Di Pietro Carrozzini | ??? VIDEO ???
Il 19 luglio del 1992 è una domenica, Paolo BORSELLINO si reca a casa della madre in Via Mariano D’Amelio per accompagnarla ad una visita medica. Il corteo delle tre auto imbocca questa stretta strada di PALERMO senza via d’uscita, nessuno ha pensato di imporre un divieto di parcheggio in quella parte della Città. Scende dalla sua auto, il tempo di citofonare ed è l’apocalisse. Muore dilaniato nelle membra assieme ad Agostino CATALANO, Emanuela LOI, Vincenzo LI MULI, Walter Eddie COSINA e Claudio TRAINA. Nel paese vi è una scossa di dolore e di indignazione, lo Stato deve reagire non ci sono alternative. Dopo arriveranno le altre bombe, gli attentanti di Milano, Roma e Firenze, le stragi mancate e quelle rinviate ed infine una nuova pax mafiosa. Quello che è accaduto in quegli anni è ancora da capire, come ancora da scoprire è quello che avvenne in quei 56 giorni intercorrenti tra la morte di Giovanni e Paolo. Antonino INGROIA, allievo prediletto di Paolo BORSELLINO, ha detto che la seconda Repubblica affonda i suoi pilastri nel sangue delle stragi di quella maledetta estate. E’ indubbio che Cosa Nostra non poteva non sapere che uccidere in quel modo e con quella tempistica due magistrati simbolo come Giovanni e Paolo avrebbe costretto, se non obbligato, lo Stato a reagire. Da allora sono passati vent’anni e spesso, ripensando a quei giorni, mi sono domandato perché sono ancora in questo Paese. Non vado via perché ci sono stati e sempre ci saranno nel mio animo Giovanni e Paolo ma, soprattutto, il loro esempio di vita. In questo Paese che chiama eroi chi, semplicemente, fa il proprio mestiere, dimentico dell’insegnamento di Bertolt BRECHT: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. A proposito, quasi dimenticavo. Il concorso non l’ho più vinto, in compenso l’anno dopo, ed esattamente il 24 maggio del 1993, davo il mio primo esame universitario ed oggi sono divenuto avvocato. La mia tesi è dedicata a Giovanni FALCONE e Paolo BORSELLINO ed una copia è stata appesa all’albero Falcone in Via Notarbartolo a Palermo, la casa dove abitava il magistrato. Per favore non dimenticate quello che è stato e chiedete sempre di conoscere la verità.