di Gianbattista Tagliani
Riflessione sui sussidi dello Stato alle fonti di energia rinnovabile.
blog: theghyan.blogspot.it
E’ dall’inizio dell’estate che è s’è ravvivato il dibattito sulla rimodulazione dei piani d’incentivi alle fonti d’energia rinnovabili. I media italiani (quasi solo quelli web based però) riportano il susseguirsi di dichiarazioni o iniziative ma senza offrire una visione sistemica del tema.
Il 9 Luglio scorso il direttore dell’Agenzia Energetica Internazionale (IEA), Maria van der Hoeven, commentando il rapporto “Medium-Term Renewable Energy Market Report” ha annunciato che entro 3 anni le rinnovabili diventeranno la seconda fonte per la produzione di energia elettrica, dopo il carbone. Ciò nonostante ha precisato che non tutti i tipi di rinnovabili hanno ancora bisogno di un sostegno politico istituzionale e che dunque sforzi e risorse non si distribuiscano più a pioggia come è stato fatto finora ma con azioni mirate. Il sistema nel suo complesso, però, per raggiungere l’obiettivo di diventare un mercato affidabile va rafforzato con politiche a lungo termine che individuino e definiscano i confini di un modello normativo specifico.
15 giorni dopo la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha compiuto un passo concreto nella direzione indicata dal direttore dell’IEA, annunciando il taglio dei finanziamenti alle centrali a carbone. Un segnale colto apparentemente anche dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) che ha annunciato la nuova strategia energetica che prevede la concessione di finanziamenti al carbone solo ed esclusivamente in rare circostanze.
Il WWF, per bocca del responsabile Clima ed Energia Maria Grazia Midulla, plaude all’iniziativa BEI e sollecita la BERS perché si unisca nello sforzo di accelerare il processo di sostituzione del carbone. Contestualmente il Commissario Europeo all’Energia Gunther Oettinger ha rilanciato l’appello di Maria van der Hoeven sull’urgenza di politiche a lungo termine che facilitino il raggiungimento degli obiettivi della politica energetica comunitaria.
Le urgenze evidenziate sia dalla Commissione Europea che dalla IEA rispondono all’esigenza strategica di non perdere posizioni rispetto ai “rivali” americani e cinesi nella sfida economica, energetica ed ambientale attuale e futura. Il 27 Agosto 2013 un rapporto Bloomberg New Energy Finance ha previsto che la Cina entro il 2030 raddoppierà la propria capacità energetica e metà degli impianti sarà ad energia rinnovabile. Si stima un ragguardevole investimento da parte di Pechino (€3.900 mld) , ma non di meno fruttifero, tenuto conto che il piano cinese attrarrà investimenti esteri per circa €1.500mld.
E in Italia? Qui veniamo alla ragione di questo approfondimento.
Ricostruire cronologicamente il dibattito e le iniziative legislative è funzionale ad una visione di insieme che permetta anche di valutare l’azione di ciascun soggetto. E’ inutile, in questa sede, ricordare quali siano le urgenze e le sfide attuali del governo italiano ma è fondamentale monitorare l’iniziativa politica e valutare i provvedimenti assunti.
Il 2 Settembre scorso il Ministro per le Attività Produttive Flavio Zanonato è tornato sulla rimodulazione degli incentivi alle rinnovabili annunciando la spalmatura su più anni del costo degli incentivi stessi ricalcando il modello dei club calcistici in difficoltà che, pur di non perdere una stella, propongono un prolungamento del contratto estendendo temporalmente l’ammortamento dei costi. E’ un iniziativa a basso impatto, in prospettiva (essendo prevista la copertura dei costi in 18 anni) ma ad alta redditività considerato che la spalmatura permetterà lo sblocco immediato di circa €3mld da destinare a famiglie ed imprese.
Questo è un segnale importante del Governo Letta che rafforza il proprio impegno per il sostegno del processo di rinnovamento delle fonti energetiche senza dimenticare quali siano le priorità.
L’importanza ma soprattutto l’efficacia di questa linea politica è stata evidenziata anche dal Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Ermete Realacci, annunciando che il tra le 14 e le 16 del 16 Giugno 2013, per la prima volta nella storia, le fonti rinnovabili hanno colmato l’intero fabbisogno energetico italiano e che dunque il prezzo dell’energia elettrica, in quelle due ore è stato pari a 0.
La scorsa settimana però 9 multinazionali energetiche hanno sottoscritto una proposta presentata al Parlamento Europeo dall’ad Eni Paolo Scaroni, in cui si invoca il taglio dei sussidi alle rinnovabili perché costituiscono “aggravi impropri che gravano per il 18% sulla bolletta”. Scaroni criticando duramente la politica energetica europea ha aggiunto che questa “non ha prodotto i risultati attesi”.
Nella proposta si auspica che i costi che i consumatori devono sostenere corrispondano ai valori di mercato e non siano invece un mezzo per finanziare altre politiche.