di Ester Lucchese
Il romanzo di Dan Brown, in vetta alle classifiche dei bestseller più letti in queste settimane, è un omaggio alla cultura italiana proprio per i riferimenti al grande poeta fiorentino trecentesco, Dante Alighieri.
Dirà l’autore che “nei secoli trascorsi dalla pubblicazione del poema, la visione dantesca dell’Inferno aveva ispirato omaggi, traduzioni e variazioni da parte di alcune delle più grandi menti creative della storia”.
La trama della storia può considerarsi una miscellanea di momenti descrittivi con molteplici input narrativi davvero sorprendenti. Il racconto, frutto della fantasia di un autore sempre capace di stupire per le intuizioni che risultano essere ben amalgamate, è in grado di coinvolgere ed incuriosire una vasta fascia di lettori, dai più giovani ai meno giovani.
L’ inferno contemporaneo, che prende ispirazione dal simbolico luogo ultraterreno dantesco, rappresenta un caso di bioterrorismo nella variazione, in cui il mostro ctonio, ossia un agente patogeno che Zobrist Bertrand, l’Ombra, esperto in ingegneria genetica, crea affinchè gli uomini smettano di avere tanti figli, riducendo in questo modo il tasso di natalità.
D. Brown sostiene, per conto di uno dei personaggi, che “l’ Inferno di Dante non è finzione… è profezia! L’umanità non si è tenuta a freno, agisce come una pestilenza, come un cancro. Il numero degli abitanti cresce a ogni generazione finchè le risorse terrene che un tempo alimentavano la nostra virtù e solidarietà si ridurranno gradualmente a zero, svelando il mostro che è in noi, spingendoci a lottare fino alla morte per nutrire i nostri piccoli. Questo è l’inferno dantesco”.
Firenze, Venezia, Istanbul, crocevia del mondo, dove l’Oriente incontra l’Occidente, diventano i luoghi narrativi in cui si svolge l’azione dei protagonisti: il professore di storia dell’arte e simbologia all’università di Harvard, Robert Longdon, e la dott.essa Sienna Brooks.
Citazioni di artisti famosi come Sandro Botticelli e Giorgio Vasari, nonché i riferimenti a luoghi d’arte come il Salone dei Cinquecento ed il Museo dell’Opera del Duomo, il Giardino di Boboli, la Galleria degli Uffizi, Palazzo Vecchio, a Venezia invece, Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco, non fanno che arricchire l’avventura complessa narrativa, espressione di una mente geniale come quella di Dan Brown.