di Enzo Carrozzini
Il flashmob “Unit* contro il femminicidio” questa sera in Piazza Isabella d’Aragona innanzi alla questura di Bari , organizzato in contemporanea in altre città d’Italia, da tante donne, ognuna di esse con una luce particolare negli occhi che le rendeva ancora più belle viste così tutte insieme, solleva e rende improcrastinabile l’adozione di una cultura politico sociale in grado di porre argine, anche con strumenti legislativi idonei, a quella che è divenuta un’altra emergenza sociale del Bel Paese: la violenza fisica di cui sono vitime , che spesso sconfina nell’ immondo istinto, tutto umano e tutto maschile, di soppressione. I recenti fatti di cronaca ci narrano tante storie di donne fatte oggetto di violenza dai propri partner. Questa sera le donne di Bari hanno urlato “Basta!” , stracciando in mille pezzi e buttando per aria fogli di quotidiani riportanti notizie di violenze e femminicidi, liberando palloncini colorati gonfiati ad elio sui quali erano riportati nomi di donne vittime dell’ intollerabile violenza maschile. Fabiana, Alessandra, Ilaria, Roberta, Sara, Melania, Danika, Maria, Camilla, Melissa… una teoria interminabile di nomi, come i grani dolorosi di un rosario.
Una imperdonabile assenza del genere maschile, non diminuisce l’importanza e il coraggio che queste donne stanno dimostrando in una società che tarda ancora a liberarsi, nei meandri delle sue sinapsi incrostate, dai retaggi di fallocrazia del tempo che fu.
Intanto, in contemporanea alle manifestazioni, la Camera ha dato il via libera alla ratifica della Convenzione di Istanbul, che inserisce la violenza sulle donne nel quadro della violazione dei diritti umani, si attende l’approvazione definitiva in Senato. E’ ora che la politica non perda altro tempo!
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