di Ester Lucchese
Il romanzo di Susanna Tamaro, Ogni angelo è tremendo, nasce come una creatura misteriosamente perché come ha più volte affermato la scrittrice triestina “ ogni libro ha intorno a sè l’aura del miracolo”.
Il racconto della vita dell’autrice è una storia coinvolgente che tocca le corde dell’animo di chi si sintonizza col suo vissuto riuscendo a vivere le sue emozioni. “ Percorrendo un tratto di viaggio insieme a lei vuol dire condividere la profondità dei sentimenti. Era una bambina sui generis che, come ella stessa afferma nel libro, se fosse vissuta oggi, sarebbe stata portata da uno psicologo perché non opportunamente inquadrata come gli altri bambini. La propria situazione familiare particolarmente delicata non le garantiva la serenità di cui avrebbe avuto bisogno, per questo la sua immaginazione e la capacità di osservare attentamente tutto ciò che la circondava, la portavano ad appropriarsi della realtà in maniera assolutamente originale. “ Ella vagava per i meandri della sua mente, alla ricerca di altre possibili risposte e quando stava in classe anziché rispondere all’unica domanda che l’insegnante chiedeva, cercava di porsi nuovi interrogativi e di dare nuove risposte rivelando in questo modo di scorgere ciò che gli altri non scorgevano”. Era come se avesse le “antenne di una farfalla grazie alle quali le era permesso di vedere ciò che non si vedeva”. Nonostante la fase dell’infanzia non fosse stata quella che regolarmente vivono la maggior parte dei bambini, ella amava la realtà più di ogni altro essere, perché la voleva conoscere esplorandola nella sua oggettività, ma anche darne una libera interpretazione attraverso la consapevolezza di essere diventata adolescente e quindi certa di se stessa e dei suoi progetti futuri e della dimensione emotiva della sua vita.
Divenuta una giovane donna ha l’occasione di frequentare il corso di comunicazione audiovisiva a Roma e questa esperienza determinò un brusco cambiamento che la portò a vivere senza più porsi interrogativi. Successivamente proruppe dentro di se la vena scrittoria, dimostrando immediatamente di avere talento. Le emozioni provate dall’autrice colorano i ricordi, a volte poco piacevoli del passato. Esse sono espresse con semplicità e leggerezza attraverso le parole, inoltre rivelano quanto sia accentuata la sua capacità di osservazione e l’abilità di riflettere con spirito critico. Le figure di riferimento sono state tutte quelle che hanno impresso nel suo modo di essere un tassello importante nel mosaico del proprio cuore. Quel vento, la bora, che per tutto il tempo aveva soffiato fuori e dentro se stessa, è la metafora della sana inquietudine che dava e dà nutrimento alla sua scrittura ed è ”l’accesso all’ umanità”.
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