Di Ester Lucchese
Il periodo quaresimale è stato un momento di preghiera e di purificazione per i cristiani che attendono la Pasqua con la volontà di rinascere soprattutto nello Spirito. La Domenica delle Palme rappresenta per la nostra Chiesa un momento festoso quando i fedeli, raccolti in processione con il sacerdote, elevano al cielo i ramoscelli di ulivo o le palme che saranno benedette. Questo momento serve per mantenere vivo il ricordo di Gesù che, goioso su un asino, entrava a Gerusalemme, prima di essere crocifisso, e la gente lo salutava agitando le palme e i ramoscelli d’ulivo. L’ulivo, simbolo di pace, ci fa venire in mente l’episodio del diluvio universale, descritto nella Bibbia, quando il Signore per far capire a Noé che era finito il castigo divino, invia la colomba agli uomini con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Regalare una palma o un ramoscello d’ulivo vuol dire augurarsi sentimenti di mitezza e concordia.
La Chiesa in questi giorni con Papa Francesco ha voluto esternare il valore dell’amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose, proseguendo con questo atteggiamento il cammino del dialogo ecumenico.
La pace fu il tema prediletto del poverello d’ Assisi il quale ai suoi tempi tentava in ogni modo di spegnere le inimicizie e di ristabilire la pace. Spesso Fratello Sole diceva ai frati del Primo ordine che la pace non deve solo essere una parola pronunciata con la bocca ma deve essere un sentimento che alberga nei cuori di ognuno di noi. Si sforzava inoltre di far capire che non bisogna provocare nessuno a tal punto da indurlo ad adirarsi o a scandalizzarsi, ma occorre mitigare le situazioni controverse con l’esempio, cercando di esprimere col proprio atteggiamento il fatto che si è in pace con se stessi e con Dio.