Di Lorenzo Sermon
13 marzo 2013,ore 19.06: sotto un cielo stranamente stellato (fino a pochi minuti prima Roma era sotto un diluvio) dal comignolo della Cappella Sistina fuoriesce la tanto aspettata fumata bianca: “HABEMUS PAPAM”!
La folla in attesa è attraversata da un brivido di gioia e lo si capisce dall’esultanza e dalla commozione che trapela dalle immagini riprese dalle televisioni di tutto il mondo.
Finalmente i 115 cardinali impegnati nel conclave sono giunti ad una scelta: il Papa ha ricevuto almeno il minimo dei voti che bastano per essere eletti, cioè 77 (A meno di future indiscrezioni non sapremo mai quanti voti ha preso, visto che le schede sono state bruciate).
Ora non resta che sapere chi è!
Finalmente la finestra più osservata del mondo si apre e appare un uomo dal sorriso sincero, senza sedia papale, senza “addobbi” purpurei e al collo… una semplice croce di ferro. L’annuncio del suo nome aumenta la commozione : Papa Francesco.
“Buonasera!” nessuno si sarebbe aspettato un saluto così poco altisonante ma che arriva dritto al cuore.
Le notizie cominciano a rincorrersi sul web: Jorge Mario Bergoglio è il nuovo pontefice di Santa Romana Chiesa!
Nato a Buenos Aires il 17 dicembre del 1936 da una famiglia di origine piemontese, Francesco I, cardinale e arcivescovo cattolico argentino. Entrato a far parte della Compagnia di Gesù nel 1958 dopo aver svolto gli studi giovanili da tecnico chimico, ha trascorso parte della sua gioventù in Cile per poi tornare in Argentina e laurearsi in filosofia.
Negli anni ‘70, sotto la guida del Preposito Generale Pedro Arrupe, i gesuiti fanno delle aperture alla Teologia della Liberazione, che si adoperava in favore del riscatto dei poveri e contro le dittature militari che funestavano il Sud America. Bergoglio lasciò la Compagnia di Gesù in disaccordo con queste aperture, e ancora oggi viene accusato da alcuni movimenti di collaborazionismo con il regime dei generali: in realtà, se è acclarata una certa connivenza della Chiesa argentina con la dittatura, non ci sono prove della vicinanza di Bergoglio al regime, così come la sua adesione giovanile a un movimento antisemita. Conduce una vita austera, si sposta con i mezzi pubblici e vive in un modesto appartamento.
Queste sono le notizie che si sono lette ma al di là di tutto, ciò che ha colpito positivamente la gente sono state le immagini: si è visto un Papa che va a pagare personalmente il conto dell’albergo, che indossa delle scarpe consunte, che in piedi con la sua semplice talare bianca abbraccia e bacia (come se fosse tra vecchi amici) i cardinali, che dimezza la scorta, che viaggia su una semplice berlina nera e che pronuncia quelle frasi che i fedeli hanno bisogno di sentire:”Non cedere al pessimismo, perché esso è opera del diavolo”, “Come vorrei una Chiesa povera per i poveri” e quel richiamo al santo più amato d’Italia, San Francesco d’Assisi.
Il suo non sarà un compito semplice perché ha alle spalle la rinuncia al papato da parte di Joseph Ratzinger ( le cui dimissioni sono ancora sostenute da ragioni poco chiare), e perché stiamo vivendo un periodo dove vacillano i punti di riferimento politici, economici e spirituali.
Io non so giudicare se è sincero o se sta dando delle risposte che poi non avranno riscontro con le sue azioni, ma a me pare simpatico e tutto ciò che riuscirà a fare di positivo sarà una gloriosa conquista per la Chiesa.
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