Di Arnesano Eleonora
Sono le ore 8.00 del mattino 21 dicembre 2012 e sono davanti al computer a scrivere ai postumi che la fine del mondo predetta dai Maya non è avvenuta.
Gli scienziati dell’università di Boston hanno scoperto un altro calendario Maya nascosto nella giungla del Guatemala presso le piramidi di Xultum, che non termina e non fa riferimento alcuno al 21 dicembre 2012. Dunque ci è dato vivere ancora qualche anno in più!
L’astrofisica M. Hack, 90 anni, ha spiegato che la profezia Maya non è altro che una bufala, altrimenti gli astrologi non farebbero tanta fortuna! Le cause della fine del mondo sarebbero ben altre, come lo spegnimento del sole, che avverrebbe tra 5.000 miliardi di anni e gli asteroidi.
Le riserve di idrogeno del sole, ha spiegato la Hack, finirebbero e per non esplodere, si espanderebbe incendiando Venere e Mercurio, fino a lambire la Terra che diventerà arida, torrida e invivibile. Insomma un’infuocata!
Presagio o no, questa data è stata il pretesto per festeggiamenti ed eventi commerciali. In Messico si è registrato un aumento di turisti: l’attore G. Depardieu ha prenotato per 6 persone in un ristorante a Bugarach, una delle città indicate dai Maya destinate a salvarsi. In Italia, Leonardo Rumorini ha costruito un bunker di 1.500€ al metro quadro, con sala giochi e biblioteca; a Napoli sono aumentate le vendite di cornini, tanto che in alcuni rioni, sono stati costruiti ben 36 sculture raffiguranti i corni.
E dalle nostre parti, ci sono paesi che hanno registrato il chek-out nelle strutture alberghiere e B&B.
Questo perché il guru indiano Babaji ha affermato che si salverà solo quel pezzo di terra compreso tra Cisternino, Ostuni, Ceglie Messapica e Martina Franca perché è presente un tempio indiano nella valle dei trulli.
Molti italiani hanno approfittato dell’evento per trascorrere, dalle nostre parti, gli ultimi giorni e i festeggiamenti natalizi presso parenti e amici, persino una messicana, Lorena Tuyu di 35 anni, è arrivata in puglia per un evento matrimoniale ed il regista statunitense Snegoff con la moglie italiana, convinti sostenitori della teoria, che festeggeranno nella Valle d’Itria tra olivi, ciliegi e noci.