Di Ester Lucchese
Per tutelare la propria privacy è necessario sempre essere guardinghi e giudiziosi. Il fatto di proporsi al pubblico comporta una rettitudine di pensieri e di atteggiamenti che non urtino la sensibilità della gente. È chiaro che non bisogna mistificare ma tanto meno provocare con le parole e con le immagini. È successo però che una ragazzina sia stata bersaglio di qualche sprovveduto il quale ha voluto di lei utilizzare delle semplicissime foto in cui era ritratta con il bikini, nel periodo estivo, accompagnate da messaggi del tutto sospetti, visto l’età degli adescati. Ciò è la conferma che facebook è un mondo fittizio che puo’ essere utilizzato nel bene e nel male. Spetta a noi capire e farne un uso coscienzioso. Il fatto di potersi mettere in rete per comunicare con un’infinità di persone puo’ essere un aspetto positivo se lo si fa con tatto, con rispetto e con intelligenza. Le esperienze negative sono la prova eloquente di un cattivo uso che si puo’ fare della nostra libertà. Non dimentichiamo che intorno a noi possono nascondersi insidie ed esserci malintenzionati che ci possono ferire o che possono prendersi gioco di noi. Pare che sia stata attuata una vasta operazione di monitoraggio delle conversazioni da parte di Facebook (la notizia è del luglio di quest’anno) ed altre piattaforme social per segnalare agli ufficiali di polizia comportamenti sospetti. A Menlo Park alcuni tecnici del social network sarebbero stati in grado di monitorare la chat interna, in seguito all’episodio di un cittadino statunitense che aveva programmato un appuntamento con una ragazzina. Qual è il primordiale sospetto dunque? Andare a scovare l’effettiva età dei protagonisti della conversazione. L’importante è non farsi ingannare troncare sul nascere ciò che puo’ essere sospetto!
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