Di Ester Lucchese
A volte i bambini protestano e strillano violentemente prendono a calci le madri e le tirano i capelli e cercano di tirarle fuori gli occhi, in questo modo dimostrano impulsi di affetto assolutamente spontanei e genuini, di tanto in tanto abbracciano la madre o si dimostrano generosi.( D. W. Winnicott da “ Il bambino e la famiglia”)
“Il bisogno di essere coccolati é grande quanto la possibilità di essere ascoltati”.Sostiene lo psicoterapeuta Osvaldo Poli convinto del fatto che se gli affidiamo un compito ed essi cercano di svolgerlo al meglio delle loro possibilità, dobbiamo elogiare il loro sforzo. “Sia a casa che a scuola bisogna cercare di premiare più gli sforzi che non il risultato, valorizzare più il miglioramento che non la perfezione”. Occorre pertanto aiutare, accompagnare, sostenere il bambino, ma non bisogna sostituirsi a lui, perché egli stesso deve avere la possibilità di sperimentare e di sbagliare. Anche nel caso dei compiti, non bisogna farli al posto suo, ma è giusto lasciarlo anche libero di sbagliare. “E se prende un voto brutto, pazienza: un voto tutto suo è sempre meglio di un voto preso in comproprietà”. L’invito che rivolge lo psicologo è quello di lasciare che il bambino diventi autonomo in modo da acquisire la consapevolezza di potercela fare da solo.
Osvaldo Poli, ha scritto un prezioso libro concreto e profondo che aiuta i genitori e gli educatori a scoprire dentro di sé le risorse più preziose per costruire sulla fermezza il proprio atteggiamento educativo. I no per amore, titolo dell’opera, sono un invito, dunque, ad evitare di essere incoerenti, a lasciare correre troppo, a non lasciarsi sottomettere e subire, ad evitare che il figlio si confronti con le richieste della realtà. Non bisogna allo stesso tempo farlo sentire solo ed in balia delle sue voglie, ciò infatti comporterebbe un’instabilità emotiva ed un’irrequietezza comportamentale.
È indispensabile che un bambino stia bene con gli altri e che senta l’esigenza di stare con gli altri. È necessario favorire in ogni ambiente, nel quale egli orbita, lo sviluppo delle proprie potenzialità. Deve, pertanto, acquisire progressivamente maggiore autonomia per sperimentare la consapevolezza di sé. Ne viene fuori una personale ricetta in cui gli ingredienti giusti da utilizzare sono la fermezza e la dolcezza allo stesso tempo perchè un bambino raggiunga una vera e propria maturazione affettiva in grado di fargli nascere il sentimento della responsabilità. Il bambino dovrà promuovere la sua capacità di voler bene a qualcuno, di fare qualcosa non necessariamente per il proprio interesse.
Egli diventerà buono non perché è stato amato ma perché ha riconosciuto di essere stato amato e per questo avverte il senso della gratitudine. Bisogna incoraggiare pertanto quegli aspetti del carattere e le sensibilità “che lo rendono capace di voler bene in modo assolutamente originale”.
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