Di Deborah Serafino
C’ è stato un tempo in cui i territori del sud e, in particolar modo la Puglia, erano etichettati come “terre senza luce” perché prive di cultura e arte di ogni genere, per indubbie responsabilità ataviche delle varie classi dirigenti succedutesi negli anni, incapaci di mettere a fruizione un patrimonio vastissimo di bellezze naturali e culturali. Oggi, fortunatamente, non è più così, poiché un differente approccio culturale volto alla valorizzazione di ogni aspetto del patrimonio locale accompagnato da programmazione e adeguati investimenti, ha fatto si che la nostra Regione stia raggiungendo livelli elevatissimi di apprezzabilità paragonabile a città note da illo tempore. L’ associazione della parola mare e Puglia trova la sua massima rappresentazione in quel magico scenario di luci marine che risponde al nome di Polignano a mare, in provincia di Bari. Terrazze espositive fanno da balconata allo spettacolo di giochi spumeggianti del mare sulle rocche-fortezze. Polignano, dunque, non è soltanto incantevole scenario naturale affaciato sul mare, ma anche cultura e arte. Arte riconosciuta in tutto il mondo, grazie ad artisti come Domenico Modugno, il cui nome è oggi associato alla statua bronzea che teneramente abbraccia questo acquario a tutto tondo. Vogliamo segnalare all’attenzione dei lettori che questa bellissima cittadina è legata indissolubilmente ad un’altra personalità artistica, la cui vita, nonostante si sia tragicamente spezzata all’età di 33 anni, è stata capace di donare lustro non soltanto ai territori di origine, ma all’Italia intera, per il rilievo internazionale assunto dalla sua opera. Pino Pascali era nato a Bari da genitori polignanesi.
Artista a 360° per le novità contemporanee che caratterizzarono il nostro paese negli anni ’60, con una formazione sofferta tipica di tutti i grandi artisti, si diplomò presso l’Accademia di belle Arti a Roma. Importanti le sue collaborazioni alla tv dell’ Italia che si affacciava ai mass media, scenografo per la RAI, ideatore di caroselli, sigle televisive, pittore e scultore. In riferimento a quest’ ultime, le arti applicate lo videro impegnato nella sperimentazione geniale di oggetti e simboli fondamentali della cultura mediterranea( i campi, il mare, la terra e gli animali). Le sue opere sono state esposte nei più importanti musei del mondo, basti ricordare il MOMA di New York, all’ epoca il centro della nuova arte nascente, la POP ART, in cui Pascali viene inserito a pieno titolo. Oggi è motivo di vanto per i cittadini del paese, e della stessa regione. In un’ Italia cartolina del ‘500 rinascimentale, la puglia trova giusto riscatto in Pino Pascali, simbolo del ‘900 Italiano. E in questa bellissima cittadina, che possiamo visitare il museo a lui dedicato gestito dalla omonima Fondazione. Invitiamo i lettori, dunque, ad arricchire il proprio bagaglio culturale aggiungendo un bellissimo capitolo dell’ arte Italiana, e la giusta occasione può essere la mostra inedita in corso dal 14 Settembre al 25 Novembre 2012, presso il Museo . ” Cinque bachi da setola e un bozzolo” è il nome dell’ evento, ideato da Fabio Sargentini, grande amico e mentore dell’artista, il quale, ricostruisce l’esposizione avvenuta nel 1968 presso la galleria “L’Attico” a Roma. Pino Pascali espose i «Bachi da setola», dei grandi bruchi realizzati con scovoli di materiale acrilico dai colori sgargianti: verdi in due tonalità, arancio e rosso granata. L’idea gli era nata da un gioco di parole «sciocco da sconfortare», secondo Palma Bucarelli, ma come scrive Maurizio Fagiolo «i bachi sono il lavoro più eloquente e svagato e forse meno profondo, ma chiariscono al massimo il suo metodo: la metamorfosi, un detto-fatto tra immagine e forma, tra appropriazione e ricostruzione». Appuntamento a Polignano allora!
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