Di Ester Lucchese
La storia del mondo è cambiata dopo l’undici settembre 2001 e da quel momento ci si è trovati ad affrontare un nuovo nemico: il pericolo terroristico. 11 anni dopo il devastante attentato alle torri gemelle, in cui tantissimi innocenti, circa tremila, persero la vita e la ragione, ci si chiede cosa è cambiato realmente in questi anni. Nell’opinione pubblica si è diffusa la percezione del “ terrore” come minaccia incombente, portata da un nemico che poteva colpire di nuovo e in maniera devastante.
Gran parte delle certezze occidentali si sono frantumate come quelle torri. Ed è cambiato l’assetto del mondo, dopo essere stato in equilibrio con il crollo del Comunismo. Tutto è stato messo in discussione e sembrava come se la storia ricominciasse. Qualcuno aveva detto che la nostra concezione dell’esistenza era dentro quelle torri, era anche quelle torri , ma quelle torri erano crollate.
Le nuove forme di terrorismo “ usufruivano di molteplici canali di finanziamento” che poteva essere privato o prodotto da fondazioni caritatevoli. Una delle principali minacce della sicurezza globale era rappresentata dai faied, rogue Stated ( Stati falliti e canaglie) che fornivano gruppi di terroristi, armi di distruzione di massa. Gli Stati Uniti e l’ Unione Europea si sono posti pertanto l’obiettivo di distruggere fisicamente le “ cellule terroristiche”, i luoghi di raccolta, addestramento e pianificazione. La comunità internazionale aveva rivisto i propri parametri di sicurezza ed attuato delle politiche di sicurezza globalizzata per tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali della democrazia, attraverso la cooperazione tra le autorità politiche, giudiziarie e di investigazioni dei vari paesi. La ritorsione si presentò con tutta la sua irruenza, ricordiamo infatti che seguirono una serie di attentati in alcuni paesi dell’ Unione Europea, riporto i più gravi:
• Attentato di Nassiriya il 12 novembre 2003
• L’attentato di Madrid 11 marzo 2004
• Attentato di Londra il 7 luglio2005
La matrice mussulmana, caratterizzata dal radicalismo religioso, degli attentati aveva condizionato la percezione nei confronti di tutti gli arabi.
Per vent’anni Bin Laden, considerato il responsabile dell’attentato, aveva dominato l’immaginario dei mussulmani di tutto il mondo. Era stata la “ follia messianica” il motto di Al Qaeda, la più nota organizzazione terroristica da lui fondata, con quel “ noi amiamo la morte più di quanto amiamo la vita” a provocare l’attacco alle torri gemelle.
La fine di Al Qaeda, come organizzazione strutturata, non aveva però spento, nelle piccole bande sparse, l’idea che il martirio potesse colpire il maggior numero possibile di infedeli.
Dopo la morte del proprio leader , avvenuta il 2 maggio 2011, il mondo occidentale ha inteso costituire dei ponti con il mondo mussulmano, anche se come uomini e come cristiani non si poteva gioire per la sua morte!
Bin Laden non era mai stato contrastato da nessun governo arabo, ma soltanto dai giovani “moderati” in nome della libertà e della democrazia.
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