Di Ester Lucchese
In questi giorni dedicati allo svolgimento degli esami di licenza media da parte dei ragazzi sangiorgesi e non solo, è dato rilevare l’impegno se non altro perché a differenza di molti altri studenti che hanno concluso da un bel po’, essi hanno dimostrato chi più e chi meno buona volontà e tutto ciò deve essere premiato. I ragazzi della maturità inizieranno invece da domani a cimentarsi con le tre prove (italiano, materia specifica del proprio indirizzo di studi e la cosiddetta terza prova) la cui trasmissione delle tracce d’esame avverrà la mattina pochi minuti prima della prova in via telematica. In questi frangenti non ci resta che incoraggiare i nostri ragazzi ad affrontare serenamente un’esperienza altamente formativa ed utile per il loro futuro. Il luogo formativo che accoglie quotidianamente un numero altissimo di persone tra i tre ed i sessant’anni ha in realtà una storia millenaria. Cosa vuol dire “scuola”. Inizialmente designava il “ tempo libero”, derivava infatti dalla parola greca “scholè” che vuol dire proprio questo. In seguito assunse il significato di “luogo in cui veniva speso il tempo libero” Si hanno notizie sull’ordinamento scolastico già a partire dal 2000 a.C., al tempo della civiltà egizia. L’uso della scrittura geroglifica, che si compiva partendo da destra verso sinistra, era un’abilità posseduta solo dallo scriba. Soltanto i giovani di sesso maschile venivano avviati ad un periodo di formazione, affinché i più capaci diventassero funzionari ed amministratori dello Stato. Sempre nell’antichità, la civiltà greca si avvaleva della formazione scolastica per garantire alle famiglie più abbienti un’istruzione privata ai propri figlioli. Atene però, nella seconda metà del V sec. a.C., istituiva delle scuole pubbliche per dare la possibilità alle famiglie meno agiate di garantire ai propri figli la capacità di saper leggere e scrivere. I giovani, appartenenti alle famiglie più ricche, seguivano gli studi privatamente e potevano con la loro preparazione assicurarsi incarichi importanti all’interno della comunità. La prima scuola pubblica, sul modello di quella ateniese, come ci riferisce lo scrittore Plutarco, fu introdotta nel III sec. a.C. a Roma. Si narra che, come attestano anche le fonti storiche, l’imperatore Vespasiano fu generoso con i letterati, a molti di essi fu donato un vitalizio. Marco Fabio Quintiliano fu il primo pubblico insegnante a ricevere questo compenso. La formazione scolastica nella società latina avveniva per gradi, a pochi era riservata la carriera nella vita pubblica, diremo più esplicitamente, soltanto a chi si era esercitato adeguatamente nell’abilità oratoria, attraverso lo studio dell’eloquenza. Con l’avvento del Cristianesimo il sistema educativo scolastico fu affidato in parte alla struttura ricettiva dei Monasteri, dove ad alcuni era permesso seguire e perfezionare gli studi. Ma veniamo all’età moderna, con la nascita degli Stati Nazionali si avvertirà quanto mai urgente l’esigenza di creare un sentimento nazionale che portasse all’unificazione linguistica soprattutto. L’obiettivo dell’istituzione scolastica fu pertanto “l’alfabetizzazione” di un’ampia fascia della popolazione. Le ragioni dell’alfabetizzazione furono determinate dall’affermarsi dei principi democratici e di un’attiva coscienza sociale. Già a partire dalla fine dell’Ottocento numerosi pedagogisti ed educatori si adoperarono per la crescita di un più moderno sistema scolastico Nella fase repubblicana l’istruzione serviva a procurare un maggior benessere alla collettività ed a migliorare ed elevare le condizioni di vita dei cittadini. Oggi la scuola non sembra più rispecchiare l’ambiente sociale nella sua interezza è per questa ragione che il sistema formativo andrà via via ristrutturandosi, operando in stretta sinergia con altre agenzie educative: chiesa, enti locali, agenzie sanitarie, mass-media. Tutto ciò è auspicabile affinché vi sia un più consono inserimento sociale dell’individuo.
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