Di Enzo Carrozzini
“Il medio oriente è una polveriera” abbiamo letto e udito tante volte queste parole e un brevissimo pro memoria può servire per inquadrare una situazione dalla quale potrebbero derivare gravi conseguenze per il mondo occidentale.
All’indomani della seconda guerra mondiale, le grandi potenze vincitrici (STATI Uniti, Unione sovietica, Inghilterra e Francia) si divisero le aree di influenza del mondo ben conoscendo l’importanza economica che il Medio Oriente (inteso come l’area che comprende geograficamente gli stati che insistono nella penisola arabica:- Israele, Libano, Giordania, Siria,Arabia Saudita, Yemen, Oman, Iraq, Kuwait, Emirati Arabi,Quatar e a cerniera con l’asia L’Iran) , poteva avere per il loro sviluppo, soprattutto perché in buona parte ricco di combustibili fossili (Gas e petrolio). Ancora oggi la produzione di energia dei paesi occidentali non può prescindere dall’utilizzo di quelle risorse naturali. Le tensioni accumulatesi nel corso degli ultimi 70 anni hanno visto continui conflitti tra i paesi, (ricordiamo quello Iraq-Iran della fine degli anni 70, laddove grandi potenze come gli stati Uniti e la Russia Sovietica si sono fatti la guerra per interposta persona), e ha visto anche accrescere le medie potenze locali che hanno cercato di allargare la loro area di influenza sulla regione per coltivare bramosie di espansione territoriale ed economica,( ricordiamo la Turchia e lo stesso Iran). In questo quadro annoveriamo la guerra devastante in Siria, in Iraq ( con la nascita lo stato Islamico del Daesh, e in ultimo Lo Yemen impegnato in una guerra fratricida tra due fazioni. Lo Yemen è un territorio prettamente desertico, collocato nell’estremo spigolo sud occidentale della penisola arabica, e uno dei paesi più poveri al mondo, che detiene un importanza strategica dal punto di vista economico perché è alle porte del Mar Rosso, un braccio di Oceano Indiano che si insinua tra il continente africano e la penisola arabica , lungo il quale scorre Il 40% del commercio Europa-Asia per cento(Fonte Euro news), perché le navi provenienti dalle zone di produzione asiatiche attraverso il canale di Suez raggiungono, rifornendo, mediante i porti del Mar Mediterraneo, di materie prime e merci il continente europeo. Il Canale di Suez è passaggio vitale per il 18% del commercio globale. È fondamentale per il transito di circa il 20% del petrolio mondiale e del 25% del commercio globale di gas naturale liquefatto (Gnl passa solitamente per il Mar Rosso). Queste percentuali purtroppo sono drasticamente diminuite, perché la fazione Yemenita sciita denominata Movimento Houti (sostenuto dall’ Iran) in opposizione al movimento governativo ha spostato la sua attenzione sulle linee di comunicazione marina dichiarando guerra alle le navi commerciali che transitano tra il golfo Persico e il golfo di Aden . Molti natanti e relativi carichi sono andati irrimediabilmente persi, costringendo le compagnie di navigazione, per evitare di subire perdite di natanti e carichi, a circumnavigare il continente africano con ulteriori aggravi di costi di trasporto.
L’economia europea, e segnatamente quella italiana si trova a aver a che fare con questa nuova crisi che economicamente può costare tantissimo soprattutto per gli aggravi dei costi di e per l’aumento di inflazione che può provocare, in un momento in cui la macchina Italia è debolissima non solo per i postumi della Pandemia 2019 , ma soprattutto per il nuovo conflitto russo Ucraino che ha comportato un nuovo rallentamento per l’economia europea per l’eccessivo aumento dei prezzi di petrolio e gas.
L’unione europea ha deciso di fronteggiare questa emergenza con una missione militare denominata
“Aspides” Il cui scopo consiste nel fornire scorta alle navi mercantili di passaggio nella zona, difendendole dagli attacchi e aumentando la sorveglianza marittima nella regione. A capo della forza di difesa è stata delegata la Marina Militare Italiana con L’ammiraglio Stefano Costantino, che schiera il cacciatorpediniere Caio Duilio, uno dei gioielli di tecnologia
della Forza navale nazionale, Che proprio ieri ha dato dimostrazione della propria capacità
interdittiva abbattendo un drone diretto su di esso. Con questa forza di interposizione si spera poter
riprendere le normali attività, di importanza vitale per l’economia nazionale ed europea.