Di Enzo Carrozzini
“Non c’è un pianeta B”, “”il Mutamento climatico è in atto”, “c’è ancora tempo?”, sono gli interrogativi che spesso ci poniamo e sentiamo risuonare da ogni parte. Il mutamento climatico, infatti, è divenuto uno dei temi più discussi a livello globale e se l’attenzione ha investito buona parte dei paesi industrializzati e i loro governi, conferma che la preoccupazione sta aumentando in considerazione della risposta che fornisce la natura e I mezzi con cui cerca di adeguarsi al mutamento stesso, che sono da millenni sempre gli stessi da quando la vita è comparsa sulla terra. Un merito da ascrivere, indubitabilmente, alle mobilitazioni di ragazze e ragazzi di tutto il mondo, non ultimo il movimento studentesco promosso dalla giovane svedese Greta Thunberg con i suoi accorati appelli ai potenti del mondo che ancora risuonano: “How Dare You?” “You have stolen my dreams”. (“come vi permettete?, avete rubato i nostri sogni”), affinché si possano porre in atto azioni di salvaguardia del clima che, superando il “politicamente possibile”, mettano in condizioni il pianeta di non implodere trascinando con se tutte le forme di vita.
E’ in atto una grande discussione a livello globale e le questioni economiche come sempre fanno premio, ma se è vero che una parte dei paesi industrializzati ha iniziato una sorta di ripensamento dei livelli di sviluppo ripensando a forme di produzione di energia che riducano l’utilizzo di combustibili fossili, dal canto opposto c’è un altro gruppo di paesi che, per semplicità chiamiamo in via di sviluppo o avviati verso la piena industrializzazione, (e il pensiero va ai cosiddetti Brics- Cina India Brasile, inlusa La Russia), che pur osservando gli effetti che lo sviluppo sta provocando sul clima, necessitano di tempo per completare i programmi di sviluppo e in realtà non si ritengono responsabili dei cambiamenti in atto, accusando i paesi più ricchi di essere i principali responsabili per gli oltre duecento anni di industrializzazione selvaggia, quando non arrivino addirittura a negarli.
Allora la domanda che si pone l’uomo della strada è la seguente: il cambiamento climatico in atto è naturale o dovuto all’attività economica umana?
E’ una delle tante domande cui darà risposta il convegno dal titolo “IL RICHIO DA CAMBIAMENTO CLIMATICO: ANALISI E RIFLESSIONI TRA SCIENZA, DIRITTO ED ETICA”, promosso dal Lions Club Taranto-San Giorgio I. “Terra ionica”.
Il Lions club sangiorgese sin dalla sua costituzione si è contraddistinto per i notevoli contributi alle tematiche di ordine economico sociale e culturale , sfornando idee e proposte capaci di sprono a livelli decisionali, e anche in questa occasione mediante il contributi di voci competenti esperti del tema, si potrà avere un quadro più esaustivo di una tematica tanto complessa.
Appuntamento Lunedì 8 Gennaio presso il Dipartimento Ionico Uniba-Taranto in via Duomo 259 a partire dalle 15,30, il convegno vedrà la partecipazione della Presidentessa del club organizzatore, Dott.ssa Marisa di Santo, del Professor Paolo Pardolesi Direttore del Dipartimento Ionico “Sistemi Giuridici”. Interverranno i seguenti relatori: Luca Baione Generale Di Brigata Aeronautica Militare: Rosario Meo Comandante della Capitaneria di Porto di Taranto; Rosa Manzo, Professoressa associata dell’Università degli studio di Oslo Norvegia; Francesco Molinterni Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Bari; Don Antonio Panico, Professore associato dell’Università Lumsa. Coordinerà il dibattito la giornalista Annagrazia Angolano.