E’ stato dato alle stampe e ha visto la luce proprio in questi giorni “Fra i boschi dei miei errori”, lavoro dell’esordiente scrittrice Roberta Sanfilippo. Universitaria iscritta alla facoltà bolognese di Lettere Moderne, il libro dalla attraente quanto ottenebrata copertina, è una raccolta poetica che si potrebbe definire sin da subito giovane e adulta al medesimo tempo.
Le diverse liriche che la compongono si dipanano nei luoghi e nelle quotidianità dell’esistenza umana, attraverso una lettura dai risvolti tipicamente metaforici. A farle da contorno l’immagine arcaica del bosco, attorno alla quale si coagulano connotati e suggestioni tutto sommato assai comuni per un verso, ma comunque sempre molto personali nella scrittura della nostra poetessa dall’altro.
Il bosco letterale, quindi. Uno spazio a cuore aperto nel quale si annida il percorso interiore della propria esistenza, capace di richiamare assonanze psicologiche e psdeudopoetiche, che evidenziano il particolare legame tra attività umana e arte poetica. E’ in questo archetipo stesso di “bosco”, che coesistono due idee contrastanti: quella positiva (ambientale, vitale e di spazio incontaminato) e quella negativa, di luogo tenebroso e misterioso quasi inquietante ed intriso di possibili errori. Allora anche l’andamento complessivo delle tematiche trattate dalla Sanfilippo, può essere letto in maniera biunivoca: da un lato esso denota quella adolescenza vivace dell’esordiente autrice, dall’altro lascia trasparire al contempo una visione “adulta” delle esperienze già vissute.
Su queste due sponde poetiche la nostra poetessa lascia che i versi scorrano liberamente e lentamente sulla bocca del lettore, quasi come un rigolo di acqua che poi, in prossimità del mare della vita, si fa prima increspata e infine sempre più profonda. Nello specifico poetico della Sanfilippo si denota in molti casi il quasi abbandono di schemi rimati a favore dei versi liberi, che riescono a proiettare efficacemente il lettore nella riflessione più profonda dell’io e della sua personalità. Troviamo pertanto in molti dei versi tracciati dall’autrice, il pianto, la rabbia, la rassegnazione o l’amore stesso scorgendovi, alla fine, anche una sottile speranza nella fatica dell’esistere. Nel libro di Roberta Sanfilippo, tutti i versi rimangono perciò come sospesi e a volte anche di diversa esplicitazione, quasi come in un limbo istintivo che spazia tranquillamente dal dualismo platonico a quello kantiano. Uno scritto sicuramente influenzato dai grandi poeti della nostra tradizione e racchiuso in un lavoro d’esordio lodevole e interessante, che sicuramente merita di essere letto. (“Fra i boschi dei miei errori”, pg. 40, euro 10,00). Floriano Cartanì