di Eleonora Arnesano
Dai banchi di scuola alla platea del Teatro Tatà di Taranto per affrontare un tema alla deriva nella nostra civiltà selezionatrice: il bullismo.
Terry, un ragazzo spiritoso, divertente, che ci sa fare, socievole con la platea di piccoli bambini attenti ad ogni sua domanda, un vincente che non vuole arrendersi e si sfoga lanciando palle da tennis dopo aver perso la partita di videogiochi.
“Terry” è un progetto artistico scritto e diretto da Davide Giordano con la collaborazione di Simone Mastrocinque, prodotto dal Teatro delle Briciole, un autoritratto e confessione di un bullo, un’ indagine vista con gli occhi del carnefice, che si concentra sulle cause più che gli effetti e che fa leva su una forte e imprevedibile interazione con il pubblico in sala. Un progetto che parte dall’analisi di vari perché: chi è il bullo? Perché è arrabbiato con il mondo? Quali sono le cause che sviluppano i suoi comportamenti? Qual è il meccanismo che lo porta ad agire in un modo piuttosto che in un altro?
Raccontare il punto di vista del bullo, affrontare i suoi problemi, le regole che gli vengono imposte dal suo modo di agire non è semplice, ma Davide Giordano lo fa in maniera egregia, attraverso l’interazione con il piccolo pubblico e utilizzando la forma di bullismo più diffusa e sottile al mondo, quella verbale. Nessuno dei ragazzi coinvolti in sala si è sentito offeso dai comportamenti ironici di Terry, ma sicuramente il suo modo di fare ha fatto riflettere su come ci si possa sentire essere chiamati Totò piuttosto che con il proprio nome.
A dominare la scena è la figura ambigua di Terry che si scopre avere problemi in famiglia con genitori privi di dialogo, che prende le distanze dal diverso (un suo compagno di scuola autistico), che è orgoglioso delle sue piccole astuzie, che tratta uno spettatore come un cagnolino quando deve riprendere la pallina….. lui è proprio il camaleonte, capace di colpire l’obbiettivo con grande abilità ed astuzia.
Fantastico l’attore Davide Giordano, volto ben noto della televisione per i ruoli nelle serie di Ris Roma 3 delitti imperfetti e Paolo Borsellino i 57 giorni, che nel ruolo di Terry ha provato per ben 45 minuti, a raccontare un ragazzo con i suoi sogni, le sue paure, le sue domande e le sue debolezze. La relazione e il dialogo che l’attore cerca con i piccoli spettatori è l’impulso per sviluppi imprevedibili. Il finale è aperto non per una scelta di comodo ma per far riflettere ogni spettatore ad affrontare il problema del bullismo per aiutare le vittime a scardinare il silenzio in cui si rifugiano.
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