A cura di: De Simone Francesco
In Italia negli ultimi anni abbiamo assistito a grandi trasformazioni, dettate certamente dalla liberalizzazione del mercato (data ultima Luglio 2002, la delibera del 1° Luglio 2018), dai ripetuti cambiamenti normativi e dallo sviluppo dei produttori dei pannelli fotovoltaici.
Grazie a questi eventi, abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del fotovoltaico. Ultimamente il mercato si è stabilizzato ed a livello normativo si è cercato di favorire i piccoli impianti e la generazione distribuita, bloccando gli incentivi agli impianti a terra.
Come funziona un impianto fotovoltaico?
Un impianto fotovoltaico produce energia elettrica utilizzando la radiazione solare attraverso i moduli fotovoltaici in grado di convertire appunto l’energia solare in energia elettrica. La corrente prodotta è continua; questo processo rende necessario il collegamento dell’impianto ad un inverter, in grado di trasformare la corrente in alternata per poterne permettere l’uso in un’abitazione.
I pannelli fotovoltaici, costituiti dall’unione di più celle fotovoltaiche, convertono l’energia dei fotoni in elettricità.
Per semplificare: quando un fotone colpisce la superficie della cella fotovoltaica, la sua energia viene trasferita agli elettroni presenti sulla cella in silicio.
L’impianto è in genere connesso sia all’utenza finale che alla rete elettrica nazionale in bassa tensione attraverso un contatore bidirezionale. In questo modo è possibile consumare direttamente l’energia autoprodotta oppure immetterla in rete quando è in eccedenza. Ci sono due modi per usare l’energia in eccesso:
- Essere comunque connessi alla rete elettrica nazionale,in maniera tale da immettere l’energia in eccesso nella rete;
- Installare delle batterie per l’accumulo dell’energia elettrica in eccesso, grazie alle quali può essere utilizzata in un secondo momento successivamente alla sua produzione.
Grazie al kit fotovoltaico con accumulo si riesce a massimizzare l’autoconsumo, riducendo al minimo il costo della bolletta della luce.
Quali fattori incidono sul risparmio in bolletta?
- La temperatura: più la temperatura di funzionamento è elevata, meno i pannelli sono efficienti.
- La sporcizia: I materiali che si possono accumulare sulla superficie dei pannelli hanno un impatto negativo sulla piena ricezione della luce solare.
- Gli ombreggiamenti: Possono essere “passeggeri” (in alcune fasce orarie) e possono derivare dalla presenza circostante di alberi, altri edifici o anche di camini presenti sul tetto stesso.
- Cablaggi e Connettori: Anche l’utilizzo di cavi e connettori causano piccole perdite di rendimento.
- Mismatch: Potremmo tradurre il termine Mismatch come “mancata corrispondenza” o, meglio, come “irregolarità”. Che significa? Significa che non tutti i pannelli della stessa marca, della stessa potenza e dello stesso modello, producono in maniera perfettamente omogenea.
- Efficienza dell’Inverter: Il processo di conversione da corrente continua a corrente alternata per mezzo di un inverter ha normalmente un’efficienza intorno al 96-97%.
Si risparmia con l’installazione di un impianto fotovoltaico?
Se si intende farsi installare un impianto fotovoltaico per l’auto-sostentamento energetico della propria famiglia è bene tenere presenti alcune informazioni.
Il guadagno per una famiglia non è sempre scontato, e per essere sicuri di guadagnarci, l’importante è scegliere un impianto dimensionato correttamente rispetto ai consumi. Di seguito alcuni esempi di “guadagno”:
- Incentivi del fotovoltaico GSE: Il GSE (Gestore Servizi Energetici) è la società garante della promozione dello sviluppo sostenibile in Italia. Fino al 31 dicembre 2019 è possibile usufruire della detrazione fiscale del 50%.
- Autoconsumo: L’autoconsumo consiste nel consumare istantaneamente l’energia che produce l’impianto. In questo modo si evita di pagare la bolletta al fornitore. In sostanza già dall’inizio vi è un abbassamento delle bollette. Grazie all’autoconsumo si risparmia sia sul costo dell’energia consumata che sugli oneri di rete, oneri di sistema e le tasse legati al consumo di energia elettrica.
L’impianto conviene se i costi di installazione prevedono tempi di rientro medi non superiori ai 4-8 anni (i costi rientrano prima ad esempio per una installazione molto soleggiata e al sud perché i rendimenti annui di produzione dell’energia elettrica sono mediamente più elevati).
I costi percentuali di un impianto fotovoltaico
Un impianto di questo tipo di media qualità ha un costo sul mercato di circa 5.000 € ma se consideriamo la detrazione fiscale questo costo si dimezza). Inoltre in 10 anni avremo un entrata fissa di 250 € ogni anno. Di seguito le percentuali di spesa (indicativamente):
- Fornitura dell’impianto: moduli, inverter, quadri, connettori, struttura… circa il 50% della spesa totale
- Installazione: progettazione, messa in opera, collaudo … circa il 30% della spesa totale
- Costi amministrativi: gestione pratiche per l’allacciamento con il distributore e per gli incentivi con il GSE, circa il 20% della spesa totale
Per ultimo, non per importanza, è la durata di un impianto fotovoltaico. Di soli un impianto fotovoltaico si esprime al suo massimo dai 20 ai 25 anni. Dopo questo periodo l’impianto continuerà a funzionare ed a produrre energia elettrica in misura minore.
Come leggere il contatore con un impianto fotovoltaico?
Con l’installazione di un impianto fotovoltaico il contatore verrà sostituito dalla società di distribuzione competente con un contatore bidirezionale. Questo contatore è in grado di misurare sia l’energia prelevata dalla rete, che quella immessa.
Saremo, quindi, in grado di calcolare l’energia prodotta dal nostro impianto e che non viene direttamente consumata dall’abitazione; premendo più volte il pulsante potremo individuare l’energia immessa e quella consumate nelle fasce orarie A1, A2 e A3, che sommati daranno il totale.
Un esempio: Poniamo ad esempio il caso reale di una casa indipendente assumendo le seguenti ipotesi:
- Contratto di fornitura di 3 kW di potenza e consumo annuale standard di 2700 kWh (3 persone)
- Tariffa adottata: D2 residente monoraria (spesa annua di 521€)
- Impianto da 2 kW di picco, con una produzione stimata di circa 2600 kWh all’anno
- Abitazione situata in centro Italia
- Pannelli con esposizione ed orientamento ottimali
- Percentuale di autoconsumo del 60%
In sostanza conviene installare un impianto fotovoltaico? La risposta è sì. Grazie alla liberalizzazione del mercato,la grande crescita del settore (che riduce il costo dell’impianto) e le detrazioni fiscali che permettono di risparmiare sulla spesa iniziale. Il dato più importante è ovviamente il risparmio in bolletta, che permette ad una famiglia standard (4 persone) di risparmiare oltre 300 € all’anno.
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