Di Valentino Privitera
Il casale è documentato nel Medioevo come locus Tuturanus (1097) e vicus Tuturanus (1107) nelle donazioni effettuate dal conte Goffredo, conte di Conversano, e dalla moglie Sichelgaita al Monastero delle monache benedettine di Brindisi. Le pergamene delle donazioni si conservano nella Biblioteca arcivescovile Annibale de Leo. Nella sua area, sempre donata alle monache benedettine di Brindisi, vi era un altro casale noto come Valerano, la cui ubicazione doveva essere quella della attuale masseria Maramonte, nei pressi del bosco Colemi, ma recenti indagini topografiche collocano il sito in contrada Uarano, non distante dalla Masseria Cerrito. Un altro casale medievale, antecedente a Tuturano e forse allo stesso Valerano, insisteva nell’area oggi occupata dalla Masseria Colemi. Si hanno notizie sul fatto che Tuturano, come avvenne anche in altre zone della Puglia, fu abitata da immigrati albanesi, i quali nel 1480 la abbandonarono temporaneamente, spostandosi in Abruzzo, per timore dell’invasione dei Turchi, che proprio in quei giorni avevano preso la città di Otranto. Una volta passata la paura dei Turchi, gli albanesi tornarono a Tuturano. Nel Medioevo, probabilmente l’assenza di alti campanili nel piccolo borgo medievale fece sentire l’esigenza di costruire una torre difensiva. Nella zona infatti, oltre che dalla sua torre di avvistamento, la Tuturano medievale e in ispecie normanna era circondata da tre grandi castelli: quello di Brindisi a nord, quello di San Pietro Vernotico, come fa notare il professor Raffaele Licinio nella sua pubblicazione sui Castelli Medievali di Puglia e Basilicata, e quello di Mesagne a ovest, città posta sulla Via Appia, sede di una compagine dei Cavalieri Teutonici. La Torre di S. Anastasio, posta al centro di Tuturano in Piazza Regina Margherita, deve probabilmente il suo nome alla chiesa di S. Eustasio, esistente nel paese già dal 1097. Tradizionalmente è stato riconosciuto S. Anastasio, Papa del V secolo, nel bassorilievo posto sulla torre in corrispondenza della merlatura, che risale al XVI secolo, ma la torre assunse questo nome solo a partire dal XVIII secolo. La torre presenta tutte le caratteristiche delle cosiddette “Torri residenziali”, utilizzate da coloro che, in alcuni momenti dell’anno si recavano presso le tenute ed i feudi soprattutto nel periodo di semina e raccolto per controllare l’andamento dei lavori. Tuturano costituiva uno dei feudi del Monastero brindisino di S. Maria Veterana, ora non più esistente. Congruo alla torre vi era anche un carcere, le cui chiavi erano in possesso della Madre Badessa del convento di San Benedetto. La torre infatti rappresenta il simbolo del potere delle suore benedettine sul feudo di Valeriano. La torre, come le sue consimili, è organizzata su due piani con al pian terreno una sala leggermente rialzata da terra e dotata di camino a cui si accede direttamente dall’esterno. Al primo piano era collocato l’ambiente ove trascorrere la notte. Per ragioni di protezione le torri erano dotate di alcuni elementi caratteristici delle architetture militari: le caditoie a protezione di porte e finestre da cui, in caso di necessità, era possibile far cadere pietre ed altro sulla testa dei malintenzionati, un piccolo camminamento in corrispondenza della copertura, una scala che consente il passaggio di una sola persona per raggiungere il primo piano. Accanto alla torre il magazzino dove venivano depositati attrezzi e derrate. Dopo essere rimasta in condizione di degrado e precarietà per lungo tempo, pericolante tanto da far registrare sporadiche cadute di frammenti dai muri, è stata oggetto di lavori di restauro. Durante questi lavori, nel corso degli scavi, è emerso che al di sotto del pavimento del piano terreno sono stati rinvenuti i resti di due vasche, la cui destinazione non è certa, ma che debbono essere state utilizzate sempre per il trattamento e la conservazione dei prodotti che il feudo di Tuturano forniva. Anche il grande locale annesso è stato restaurato, destinandolo ad un possibile uso sociale. Complessivamente l’intervento ha restituito a Tuturano ed alla storia dell’architettura pugliese un importante elemento, capace di caratterizzare e di proporsi come luogo di conservazione della memoria di un intero territorio.
Fonti: it.wikipedia.org/wiki/Tuturano – brundarte.it – brindisiweb.it