“Apolide”: il nuovo cortometraggio scritto e diretto da Alessandro Zizzo sulla storia di Dabo e Mimmo, un immigrato guineano affetto da carcinoma polmonare ed il suo oncologo.
Una storia normale. E’ così che Domenico Galetta, Oncologo polmonare dell’ospedale Giovanni Paolo II di Bari ha definito, sin dall’inizio, quella che assieme a Dabo lo vede protagonista da oramai tre anni a questa parte.
Una storia di amicizia, integrazione, sofferenza, lotta ed umanità figlia del caso ma che, in poco tempo, è riuscita a sconvolgere e fortunatamente per entrambi, cambiare in meglio le vite dei suoi protagonisti. Una storia normale nella sua spontaneità quanto d’ispirazione per quello che è diventato, nelle mani di Alessandro Zizzo, un piccolo gioiello: forte, intenso e dai tratti contraddittori nella sua fotografia, malinconica ma allo stesso tempo in contrasto con un messaggio che emana una luce abbagliate di positività.
Dabo arriva, come migliaia di suoi connazionali e non, in Italia attraverso quella che è, oramai famosa come la traversata della speranza. Settimane intere passate tra deserto e mare guidati da quella che per molti rimane una chimera, scontrandosi poi con una realtà che, molto spesso, li vede lasciare alle spalle la propria terra ed i propri famigliari in cerca di un’opportunità che non sempre riescono a raggiungere.
La ricerca di questa opportunità per Dabo, al suo arrivo, rischia di tramutarsi addirittura in un incubo. Ricoverato per una sospetta tubercolosi gli viene diagnosticato un carcinoma polmonare, una delle forme di cancro più aggressive, ed è qui, nel momento che probabilmente lo vede più fragile, straniero in terra straniera, solo e spaesato da una lingua che non conosce affatto, che la sua vita e quella di Mimmo si intrecciano indissolubilmente.
Quella che sarebbe potuta essere una storia come tante diventa una storia di affetto, integrazione e riscatto, perfettamente raccontate dalle interpretazioni dei protagonisti che hanno reso giustizia ai sentimenti ed alle storie di due esseri umani così lontani tra loro ma che sono riusciti, nella propria “normalità”, a trasmettere un messaggio, forte, sul come le diversità linguistiche, culturali e di età, non possano essere un ostacolo.
L’amicizia e l’affetto reciproco tra un ragazzo arrivato dal mare ed il suo medico trovano la giusta voce nelle immagini del corto presentato, lo scorso 2 aprile, proprio nello stesso centro oncologico Giovanni Paolo II di Bari teatro della pellicola, quanto della realtà, di un racconto moderno che nelle mani di Alessandro Zizzo ha trovato la giusta dignità.
L’esperienza narrata dai suoi stessi protagonisti durante la presentazione, che attraverso le immagini del cortometraggio arriva a noi, è un racconto forte ma allo stesso tempo delicato, che tocca le corde del cuore degli spettatori con la sua semplicità, a tratti, rotta soltanto da un’interpretazione volutamente colma di intensità. Quello che ne risulta, negli occhi di chi si immerge nella visione è un forte senso di empatia nei confronti di questa storia speciale nel suo essere “normale”.
Di Gianluca Miano.