di Serena Verga
Per la stagione del Comune di Bari ed Assessorato alle Culture in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, lunedì 19 e martedì 20 marzo 2018, nella splendida cornice del Teatro Petruzzelli, ha preso vita la versione tutta italiana del noto dramma teatrale Copenaghen del britannico Michael Frayn. Nel pomeriggio del 20, nel foyer dello stesso Teatro, si è svolto il dibattito “Copenaghen: sulla soglia dell’era atomica”, organizzato dal Teatro Pubblico Pugliese, dal Centro Interdipartimentale di Ricerche sulla Pace “Giuseppe Nardulli” dell’Università di Bari e dalla Sezione di Bari dell’Unione Scienziati Per Il Disarmo. L’incontro è stato un modo interessante per parlare più approfonditamente dell’argomento centrale della pièce che vede l’insolito incontro fra scienza ed arte, fra fisica, storia e teatro.
Tra gli spettacoli pluripremiati degli ultimi decenni, Copenaghen è stato messo in scena per la prima volta circa diciotto anni fa dalla stessa produzione che ha scelto di ridargli nuovamente vita, produzione firmata dalla regia di Mauro Avogrado sulle scene di Giacomo Andrico e che vede sul palco tre interpreti d’eccezione: Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice. Una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale in coproduzione con il CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia.
Un thriller storico scientifico politico che ci riporta indietro nel tempo, alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica. Si indaga sull’incontro realmente avvenuto nella Danimarca nazista fra due fisici: l’ebreo danese Niels Bohr e il suo allora ex allievo tedesco Werner Karl Heisenberg. I due sono coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti. Ed ecco che in una sera qualunque del lontano 1941 Bohr e sua moglie Margrethe ricevono quest’inaspettata visita. Perché? Il fisico tedesco vuole far sapere a Bohr che il Terzo Reich ancora non possiede la formula della bomba? Oppure è lì per trovare un accordo e bloccare o perlomeno rallentare le ricerche sulle armi nucleari? O è semplicemente lì per offrirgli protezione, forse in cambio di qualche segreto? Tutto ruota attorno a questa enigmatica ed inspiegabile visita e sulle responsabilità etiche della fisica. Tre voci e tante (troppe!) domande senza risposta. I tre – post mortem – si ritrovano in un luogo senza tempo (un po’ come in un teatro dell’assurdo) per cercare di riordinare i pezzi, passeggiando fra pensieri in disordine che si incontrano e scontrano come particelle atomiche, in un incessante flusso di coscienza dove regna l’indeterminato. Sullo sfondo scuro di un’apparente aula universitaria, immersi in un’atmosfera alquanto surreale, a primeggiare sono delle lavagne imbrattate di codici, numeri, lettere, formule di fisica teorica sparse qua e là. Un grande disordine tanto quanto quello che abita le menti dei tre personaggi. Uno spettacolo “psicologico” – appunto – che danza fra ipotesi, verità e misteri, in un serrato gioco temporale dove la parola diventa un potente mezzo di forte dinamismo. La macchina del tempo è pronta! Ora non resta che trovare un posto libero in uno dei teatri italiani e mettersi comodi: il viaggio sta per cominciare!
Compagnia Umberto Orsini / Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice
COPENAGHEN
di Michael Frayn; scene Giacomo Andrico; costumi Gabriele Mayer; luci Carlo Pediani; suono Alessandro Saviozzi; traduzione Filippo Ottoni e Maria Teresa Petruzzi;
co-produzione con CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
regia MAURO AVOGADRO