Di Ester Lucchese
L’intramontabile band inglese si è esibita allo stadio Olimpico la sera del 25 giugno, raccogliendo una partecipazione di fan eterogenei. E a fare sognare sono state le note dei più conosciuti brani e dei cavalli da battaglia che hanno attraversato due secoli, gli anni ’80 fino alla pubblicazione del loro quattordicesimo album” Spirit” nel 2017 che dà il nome alla tournèe mondiale: Global Spirit Tour.
I Depeche Mode (nome ispirato da una rivista di moda francese) hanno saputo far convivere successo e qualità artistica in tutti questi anni “prendendosi gioco delle mode e riuscendo ad essere sempre pertinenti al di là delle tendenze del momento”. E’ questa la ragione della diversità di pubblico che gli segue al di là del sesso, razza, ceto sociale ed età. In tanti sono stati infatti coloro i quali hanno partecipato al concerto sicuri di cantare interi brani nella lingua madre degli artisti con la certezza del potere unificante della musica, quella che non conosce barriere, ma che parla al cuore di tutti in maniera universale. Il tripudio dal palco è stato in grado di trascinare una folla di persone moderatamente coinvolte dal potere unicamente positivo che una musica rock -elettronica di qualità può trasmettere e veicolare.
Serrate le misure di sicurezza per garantire l’incolumità dei numerosissimi partecipanti all’esibizione musicale, dati i ripetuti atti terroristici. La dimostrazione della solidità dei principi di libertà della nostra cultura occidentale costituisce di fatto la risposta della civiltà alla barbarie e con la persistente partecipazione ai concerti, previsti per tutta la stagione estiva nel mondo, si esprime la propria volontà di continuare a vivere dignitosamente ed in democrazia, eredi del patrimonio post bellico che i padri fondatori ci hanno a duro prezzo consegnato e che noi abbiamo il sacro santo dovere di tutelare da qualsiasi forma di fanatismo e di dittatura . In “Where’s the Revolution”, il singolo estratto per lanciare l’ultimo album, con immediatezza espressiva condanna i presunti venti rivoluzionari dell’ ISIS insinuando l’idea che gli autori degli atti terroristici sono vittime anch’essi di violenza. E cosi echeggiano le parole del testo citato e magistralmente interpretato dalla voce calda e profonda dalle tonalità graffianti di Dave Gahan:
“ Sei stato contenuto
Sei stato maltrattato
Ti hanno mentito
Ti hanno fornito verità
Chi sta prendendo le vostre decisioni?
Voi o la vostra religione
Il tuo governo, i vostri paesi
Voi drogati patriottici
Dov’è la rivoluzione?
Forza, gente
Mi state deludendo
Dov’è la rivoluzione?
Forza, gente
Mi state deludendo
Ti hanno pisciato addosso
Per troppo tempo
Diritti abusati
Le vostre opinioni sono state rifiutate
Vi manipolano e minacciano
Con il terrore come arma
Vi spaventano fino a rendervi stupefatti
Vi sfiniscono fino a portarvi dalla loro parte