È stato celebrato ieri pomeriggio a Lizzano, nellachiesa madre “San Nicola”, il funerale di Francesca Monaco, la giovane diciannovenne, che nellaprima serata di domenica scorsa si era tolta la vita, buttandosi dal balcone di casa.
La giovane non avrebbe accettato la morte di un suo zio, che era appena deceduto la settimana scorsa e al quale era molto legata.
Adofficiare l’affollatissimae solenne Liturgia esequiale è stato proprio ilparroco della medesima chiesa madre, don Giuseppe Costantino Zito, il quale non ha fatto mancare alla famiglia della giovane come pure all’intera Comunità civile e religiosa lizzanese la sua commossa vicinanza sacerdotale e, soprattutto, il suo vivace appello alla solidarietà fraterna e l’importante sostegno della preghiera. «Chiedo a tutti–ha dettoil sacerdote nell’omelia – di guardare in silenzio al Crocifisso, laddove un morto innocente pende dal legno: è il Figlio di Dio, nostro fratello, ucciso per i nostri peccati e per tutto quello che di irrazionale, di illogico e di misterioso c’è nel male e nel cuore degli uomini. Sempre da lì– ha poi proseguito don Giuseppe – il Cristo irradia su tutti una vita nuova proprio attraverso il Suoamore grande e misericordioso, che tutti guarisce e redime!».
Al rito funebre erano anche presenti moltissimi giovani,amici della defunta, tra i quali quelliassociati ai gruppi giovanili parrocchiali di “Sentieri di speranza”, dell’“Azione Cattolica Italiana” e dei “Ministranti”.
Molto efficace ed incisivo è risultatopure il monito pastorale di don Giuseppe,con cuiegli havoluto concretamente aiutaretutti i fedeli presenti a rifletteresui deficit locali, inerenti la filiera educativa:«Per Francesca, che è andata via– ha così affermato don Giuseppe – la nostra fraterna e fervida preghiera,affinché il Signore perdoni il suo peccato e l’accolga con Sé; a tutti noi, che rimaniamo quaggiù,l’invito a pensareseriamente su come viviamo; l’appello a vivere bene la nostra esistenza terrena; a riempirla di significatie di senso; a renderla bella con l’amore di Gesù e dei fratelli;ad adornarla diamicizie sane e di esperienzeecclesiali, sociali e di gruppo positive, giammai dimenticandoil pauroso indice di solitudine, di smarrimento valoriale, presente nelle “nostre” nuove generazioni, di cui come Comunità civile e religiosa dobbiamo sempre saperciprendere cura mediante autentiche“alleanze educative”».
Dott. Piergiorgio Grassi
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