Di Enzo Carrozzini
La Puglia penalizzata dalle scelte di Trenitalia, chiede una politica dei trasporti più equa, volano di coesione sociale ed economica. Da qualche mese sui palazzi più importanti delle Istituzioni locali del Capoluogo Pugliese campeggiano dei manifesti sui quali è impressa la frase: “La Puglia non è un binario morto, ridateci i treni”. Con questo slogan le attuali amministrazioni intendono manifestare per la riduzione dei treni a lunga percorrenza da e per la Puglia operata da Trenitalia, il gestore della rete ferroviaria pubblica. La riduzione ha avuto inizio con l’entrata in vigore dell’orario invernale e comportò il dimezzamento dei treni a lunga percorrenza per il nord e la Capitale, ma , sebbene qualche tempo addietro fosse stato preannunciato a titolo di risarcimento parziale la reintroduzione di treni notturni, a partire da Giugno prossimo, di fatto Trenitalia penalizza ancora la Puglia, perché gli attuali quattro treni in servizio, diventerebbero tre, e due di questi sarebbero trasformati in “diretti”, ovvero senza scali obbligatori a Bologna. Quello che il gestore pubblico definisce razionalizzazione del servizio, perché il bilancio richiede risparmi, di fatto si concretizza in una penalizzazione per le regioni meridionali che si affacciano sul versante adriatico, ma in particolar modo per la nostra regione, che ha fatto della politica dei trasporti e della mobilità delle persone un fattore su cui basare o almeno mantenere politiche di sviluppo. Tra l’altro il Ministro delle infrastrutture Corrado Passera aveva programmato entro il mese di Marzo un confronto tra le parti in causa che però non si è concretizzato, e questo ha suscitato le proteste del Presidente della Regione Nichi Vendola e del suo assessore ai Trasporti, Guglielmo Minervini, che tornano a chiedere un cronoprogramma certo, domandanosi eufemisticamente tra le altre cose se: “.. è possibile che la politica dei trasporti sia fatta dal gestore del servizio pubblico e non dalla politica”. Vendola afferma che: Quello sui treni non è più ormai un atto di polemica ma di lotta politica”. In questa prospettiva il Governatore insieme all’Assessore sono ritornati a sollecitare il Governo alla convocazione di un incontro per discutere sul taglio dei treni subiti dalla Puglia. La richiesta è scortata da un minuzioso dossier presentato “ con spirito costruttivo –afferma Vendola- e al solo scopo di agevolare e accelerare l’attività ricognitiva del Ministero”. Il documento dal titolo “Ricucire l’Italia- Le zone d’ombra del servizio ferroviario nazionale”, elabora un’ analisi del servizio universale fornito dalle Ferrovie( intendendosi per tale il servizio che il gestore fornisce e il cui costo non riesce ad essere coperto dalla sola vendita dei biglietti, per cui viene integrato da un contributo dell’ente pubblico), ed evidenzia le penalizzazioni che La Puglia ha subito in confronto alle regioni del Nord, laddove invece treni a lunga percorrenza si integrano a quelli locali e regionali, fornendo quella interattività che per la nostra Regione è ben lungi da essere raggiunta. Il dossier tra l’altro analizza e evidenzia anche quelle tratte laddove esiste una ridondanza di servizi rispetto alle effettive esigenze che potrebbero essere concessi a quelle parti di Italia ora penalizzate. Attendiamo non senza apprensione gli esiti di questa battaglia politica. La adozione di un’armoniosa politica nazionale dei trasporti non può prescindere dalla riattivazione per la Puglia ed il Mezzogiorno di un servizio pubblico fondamentale che sia volano di coesione sociale, e, contemporaneamente, costituire fattore strategico determinante per lo sviluppo economico dell’intero Paese.