Guglielmo Minervini, Consigliere Regionale E Presidente del Gruppo Noi a Sinistra per la Puglia, è spirato ieri mattina a 55 anni, purtroppo, non è riuscito a superare l’ultima aggressione del male che lo affliggeva da tre anni.
Minervini è stato uno dei pochissimi amministratori di ultima generazione a segnare fortemente l’idea più alta di politica al servizio dei cittadini contrassegnando la sua presenza in quel periodo che fu definito “Primavera Pugliese” assunto come paradigma della volontà di un popolo che consapevole dei limiti e sopratutto delle sue peculiarità, ribalta luoghi comuni con la forza e l’orgoglio delle proprie idee e della propria dignità.
Uomo di punta della Puglia migliore, coincisa col decennio che ha visto il rivoluzionario gentile Nichi Vendola alla Presidenza della Regione Puglia, di cui il professore molfettese, con un passato nella Marghertia e nel Partito Democratico, è stato assessore ai trasporti e alle politiche giovanili.
Desideriamo ricordarlo mediante una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook da Tonino Spera,(cui va il nostro ringraziamento),uno dei tanti ragazzi per i quali Guglielmo è stato punto di riferimento, da cui traspare “la Forza della Vita” di questo grande, fragile, uomo. (E.C.)
Guglielmo, l’uomo con la O chiusa che divenne una U.
«Ma tu sei tra quelli di Principi Attivi che ce l’hanno fatta?». E’ dal 2008 che sento fare questa domanda. Innumerevoli volte mi è stata posta. Farcela, coniugazione gergale del verbo fare. Quindi fare cosa? Soldi? Fortuna? Fare cosa? Partecipai a quel bando nel 2008 senza molti di questi interrogativi futuri. Eh già, a volte i debuttanti sono incoscienti e non si fanno le domande giuste. Qualcuno per la prima volta interpellava i debuttanti, gli inesperti, i non strutturati. I giovani, per capirci, e non mi sembrava cortese porre altre questioni, specie sul futuro. Anche oggi, il giorno in cui un pezzo luminoso di primavera, della nostra personale primavera, vola via aprendo le porte non all’estate ma all’autunno, quella domanda mi viene rifatta. Ho glissato tante volte, l’ho sempre trovata mal posta, ma oggi per Guglielmo, per me, per i tanti amici, compagne e compagni di viaggio, credo sia giusto rispondere. O almeno provarci.
“Second a Nessun”, così si chiamava il progetto che presentammo all’edizione di Principi Attivi del 2008. Un titolo e un modo per canzonare inflessioni dialettali e ribadire un concetto per nulla scontato in materia di disabilià.
«Come fa una ragazza disabile grave, che non parla che non si muove solo con contrazioni irregolari, a frequentare e vivere pienamente l’università, intesa come spazi e come apprendimento, se tutto è inaccessibile? Bisogna lavorare sull’ambiente e poi sulle persone. Assessore, è l’ambiente che è handicappato mica le persone».
Vuotai il sacco al momento della firma insieme ai primi classificati. E Guglielmo c’era. Penso si compiacesse nel vedere cosa aveva innescato: una reazione a catena ed era solo l’inizio. Era quello un pezzo verdissimo di quella rivoluzione gentile cui tutta l’Italia guardava. Firmai a nome di un gruppo di lavoro di altre 7 persone, che andava da Bari a Napoli. Avemmo dei soldi per fare ciò che scrivemmo solo pochi mesi prima. Ma il tema non erano i soldi, nessuno di noi si arricchì. Volevamo affermare la nostra idea di giustizia e dare il nostro contributo alla Puglia. Non era un assalto all’arma bianca o un’idea sconclusionata. Avevo messo insieme le persone giuste con cui costruire una rotta. E per la prima volta, un uomo con il naso aquilino ci stava dicendo che lo Stato, la Pubblica Amministrazione poteva aiutarci in questo. La Pubblica Amministrazione non era più nemica e ti guardava come risorsa, o almeno con curiosità.
Adesso, se la domanda fosse «Guglielmo Minervini con le sue politiche pubbliche ti ha cambiato la vita?» risponderei: «Se ti riferisci ai € 25.000 del bando la risposta è no ma credo abbia fatto molto di più: mi ha dimostrato che l’innovazione non sono i computer, che il capitale di fiducia delle persone è un bene inestimabile, che il cambiamento non si racconta ma si pratica e che bisogna avere sempre, ogni giorno, attenzione per gli ultimi».
Ho sentito Guglielmo citare quel Second a Nessuno in diversi contesti. Lo diceva bene, calzava. Lo usava ogni tanto per dimostrare come in 10 anni si fosse passati da un poco emotivo “i pugliesi” a “l’orgoglio del popolo della Puglia”. Un passaggio dolce, non rozzo e fortissimo. Quel lavoro certosino nato nel 2005 e conclusosi nel 2015 necessitava di tempo e di una forza mite e costante.
Forte quell’uomo lì da Molfetta, piccolo ed esile, come spesso sanno camuffarsi i giganti.
Io non lo so se ce l’ho fatta. So che oggi quell’idea che presentammo nell’afoso giugno del 2008 continua a svolgere la sua funzione: offrire una prospettiva di vita autonoma a qualcuno. E non si rivolge più ad una studentessa ma a tante persone in situazione di disabilità. Proprio come diceva Guglielmo “offrire opportunità a chi ha gli accessi negati o chiusi “, come anche “essere a disposizione, utili in ciò che facciamo”. Il suo gruppo di persone fidate, lo staff, convertiva la locuzione “essere a disposizione” nell’anglofona “essere server”, e lui, pur laureato in informatica, con praticità e con sorriso diceva “Si, vabbè quella roba lì”. Perché la forma ha più presa ma la sostanza è più robusta.
Guglielmo Minervini aveva visione, diversamente non sarei qui a scrivere queste poche righe. Principi Attivi, l’unica misura a cui io abbia partecipato, ma anche Laboratori dal Basso, Laboratori Urbani, e così via, avevano una visione e come accade per tutte le visioni forse oggi non possiamo ancora apprezzarne la ricaduta personale e collettiva. Ciò che ho fatto con lui, Second a Nessuno e la sua associazione, è ancora lì; ma è un dato personale ed è un dato dell’oggi. Esserci ancora credo sia importante almeno quanto aver offerto un’idea di società e di cambiamento a una generazione intera. So che il tempo sarà galantuomo.
A Guglielmo ho scritto più volte da Nairobi, uno dei luoghi dal quale osservo spesso il mondo, e in una delle sue ultime risposte colsi il senso di molte cose. Scriveva: “Affrontiamo il futuro senza deliri di onnipotenza. Buon viaggio Tonino, da lì le nostre piccole cose si vedono diversamente”.
Non erano piccole cose le tue, e lo sapevamo entrambi. Ma la forza mite è anche questa.
Guglielmo, un uomo di Molfetta, quel luogo dove le O sono chiuse, chiusissime, e che solo con qualcuno diventano quasi delle U. Utile, Unico, Umile.
(Tonino Spera)