E’ una fiaba moderna che ha per protagonista un’Ombra, una dimensione evanescente, ma penetrante nel guardare il forsennato predominio dell’uomo sulla natura. Il plot. Un’Ombra sorvola il mondo e nota un albero scheletrico (effetto della desertificazione?!); decide di investigare sul malessere che attanaglia la terra e parte per l’Amazzonia. Lungo il viaggio sorvola: le Alpi e scorge la bellezza del cerbiatto e la felicità di una famiglia montanara; una città alle prese con lo smog; l’Oceano dove incontra un gabbiano con cui riflette sul mistero della vita…; quando giunge a destinazione, incontra un capotribù che le spiega come la terra sia in pericolo perché si continua a disboscare, a violentare l’ambiente per il profitto, anche se per vivere l’uomo ha bisogno di poche cose: cibo, acqua, amicizia, un luogo dove riparasi quando piove. Le parole del saggio a questo punto sono un viatico per evitare la catastrofe: dobbiamo di nuovo imparare che c’è l’anima del mondo, delle stelle, dell’universo. Che tutto ha un senso e una verità. Che il riso e la manioca sono un miracolo della terra. Che ogni giorno che nasce è un dono che ci viene dato, ma è un pegno per le generazioni che verranno. L’Ombra ha compito la sua missione, può tornare al pianeta delle Ombre, visibile a pochi. Una fiaba filosofica scritta sulla scia del Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery, tesa a porre domande sul mondo e sugli idoli costruiti dall’uomo; ma è anche una narrativa poetica per la levità del linguaggio e per la dolcezza delle immagini, si pensi alla vecchina che ritira a sera le nubi: esce da casa… si avvia dritta dritta verso le nubi colorate e ad una ad una, lentamente, con grazia infinita, procurando di non fare nessun movimento falso, le infila nel retino. L’Ombra è una nube antropomorfa che s’interroga sulle conseguenze del progresso e rileva senza parafrasi la cecità della ricerca forsennata della ricchezza. Una fiaba carica di presente e di futuro, con un metatesto efficace: trasmette ai giovani lettori la consapevolezza che la cittadinanza attiva è il grimaldello attraverso il quale passa l’unica possibilità di una “rinascita” ancora possibile e che la salvaguardia della natura è la condizione di sopravvivenza della specie umana. Un libro tipicamente giancaniano, che parla con semplicità e con il cuore scevro di interessi particolari, di cupidigia, di sovrastrutture nate con l’età moderna. Un libro da leggere per seminare tra i fanciulli e i ragazzi la leggerezza della bellezza, la rotondità dell’amicizia, il rispetto per il Creato.
Cosimo Rodia