A Carovigno, la classe politica rappresentata in Consiglio Comunale non ha ancora capito che la priorità è quella di chiudere lo scarico della fogna cittadina direttamente nel sottosuolo, in contrada Vigna Marina,.
San Michele Salentino ha scaricato nel sottosuolo, fogna non depurata. Il suo vecchio impianto era idoneo per 5822 abitanti, tale numero di abitanti fu superato con il censimento del 1971.
San Vito dei Normanni ha scaricato la fogna nel sottosuolo senza alcuna depurazione. Aveva un impianto idoneo per 14502 abitanti, ed era già superato nel 1943/1946, dal tempo della guerra di Abissinia.
Carovigno aveva una fossa di decantazione funzionante fino a circa 30 anni fa, ma idoneo per 11996 abitanti. Tale numero di abitanti è stato superato dal censimento del 1961. Da 30 anni la fossa non è in funzione per decantare, e la fogna viene scaricata senza alcun trattamento nel sottosuolo, in falda.
Ora, a differenza di San Vito e San Michele, la fogna di Carovigno non scarica nel depuratore di Bufalaria perché al tempo della costruzione della conduttura fognaria da Carovigno al depuratore situato in contrada Bufalaria, fu costruito in contro pendenza. A nulla valse la super visione di due ingegneri incaricati a seguire i lavori e ditte altamente specializzate, forse con appalti a massimo ribasso e con un assessore ai lavori pubblici, per quei tempi molto esperto. Questo è stato il danno fatto a Carovigno dal centro destra, formazione politica che continua a governare il paese ininterrottamente da quasi 30 anni.
Dopo la costruzione della conduttura fognaria di Carovigno, tre sindaci del passato non si sono mai posti il problema delle anomalie alla pendenza, i tre sindaci erano, Lanzillotti, Zizza 1° e Zizza 2°.
L’assurdo a Carovigno sta nel fatto che nessun Sindaco e nessun Consigliere comunale ha mai saputo che in contrada Vigna Marina si è consumato tale scempio ambientale con lo scarico della fogna non depurata direttamente nel sottosuolo, o hanno fatto finta di non sapere.
Nel 2010, la sezione del Partito Comunista di Carovigno ha incominciato ad affrontare la questione depurazione anche in virtù del fatto che esisteva già la delibera per la realizzazione di un depuratore, fin dal 1975 dopo il colera del 1973 che colpì principalmente Napoli e Bari.
Il progetto del depuratore fu introdotto per eliminare le cloache a cielo aperto disseminate nelle campagne dei nostri paesi. Tale progetto fu finanziato nel 1975 dalla Cassa del Mezzogiorno.
Una volta c’erano le cloache visibili agli occhi di tutti. Giustamente faceva sdegno, perché accumulavano liquami sul suolo ma non erano in diretto contatto con la falda acquifera, dove giungevano filtrate anche se solo parzialmente. Oggi invece si scarica direttamente nel sottosuolo in contatto con la falda acquifera. Nessuno vede e nessuno si sdegna, ma l’acqua altamente inquinata della falda viene riutilizzata dall’uomo.
Fino a qualche decennio fa su tutto il litorale l’acqua del sottosuolo sfociava nel mare. Ora la falda sotterranea sensibilmente abbassata sfocia nel mare solo nei punti più bassi, ovvero soprattutto nelle zone umide, inquinandole. E Torre Guaceto non è esente da questo inquinamento, anche se protetta dal WWF e dai nuovi ambientalisti che non sono sensibili purtroppo a tale tematica.
Abbiamo fatto le nostre battaglie per l’attivazione del depuratore, battaglie quasi sempre di minoranza, e le abbiamo vinte, con risultati degni della vera politica del fare.
Riteniamo che la questione ambientale vada collegata all’uomo, al lavoro, alla sanità, e non praticata in contrapposizione alla vita degli uomini. L’ambiente fine a se stesso è pari all’attività di quegli spregiudicati che fanno profitto a danno dell’ambiente: entrambi sono a scapito dell’uomo e della società.
Nel 2014 grazie alla nostra determinazione nelle lotte è stato finalmente attivato il depuratore di Carovigno. Due paesi ne hanno tratto subito i benefici diminuendo lo scarico di inquinante nel nostro sottosuolo, un bene comune a tutti. Su una popolazione complessiva di 42428, ben 25831 abitanti non scaricano più in falda, diminuendo di quasi due terzi l’inquinamento nel sottosuolo.
All’inizio di quest’anno dopo un lavoro di mesi, fatto di inchieste e documentazione fotografica, abbiamo scritto un libricino documentando la necessità della bonifica del Canale Reale, canale che sfocia a Torre Guaceto, portando in esso anche tanti scarichi occasionali dei comuni di Francavilla, Latiano, Oria, Mesagne, San Vito e Brindisi oltre alle acque dei pessimi e malfunzionanti depuratori di Francavilla, Ceglie e Latiano.
SIAMO PER BONIFICARE IL CANALE REALE: trasformiamolo da conduttura di cloache in attrazione turistica!
Il Canale Reale è gestito dal Consorzio di bonifica Arneo che da trenta anni lo ha abbandonato a se stesso.
Dopo sei mesi abbiamo ripercorso il tragitto degli scarichi dei depuratori di Francavilla, Ceglie e Latiano, dopo il nostro libricino denuncia, l’Acquedotto Pugliese avrà senz’altro migliorato la depurazione di due impianti. Dagli scarichi di Francavilla e Latiano non esce più acqua nera, puzzolente e oleosa ma sembra trasparente. In quei paesi , lungo il canale non c’è tanfo ma addirittura girini e rane. Abbiamo visto bere nel canale gli uccelli. Sei mesi fa tutto ciò era impensabile.
Grazie alla nostra denuncia qualcosa si sta muovendo. Sono spariti anche i 10 centimetri costanti di melma che costeggiavano le rive del canale, la stessa melma che in inverno e primavera veniva rimossa dalle piogge abbondanti per poi scaricare alla foce del canale, a Torre Guaceto. Grazie alla nostra battaglia di civiltà, da quei depuratori arriva meno porcheria nel canale.
Tra questi tre paesi rimane da risolvere la depurazione di Carovigno e delle sue frazione marine, dove sono coinvolte Acquedotto Pugliese, Regione Puglia e comune di Carovigno, paese che ha le maggiori responsabilità sia per incompetenza e sia per menefreghismo, e a volte soprattutto per interessi occulti.
Invitiamo le autorità di Carovigno, Sindaco e Consiglieri comunali a recarsi presso lo scarico del paese per prendere visione della fogna non depurata direttamente scaricata nel sottosuolo e a firmare l’ordinanza di chiusura immediata di tale pericolo per la salute e per l’ambiente. Riteniamo che per un progetto di educazione all’ambiente, anche le maestre e i maestri delle scuole elementari dovrebbero portare gli scolari a visitare lo scarico della fogna di Carovigno.
L’acqua è una ricchezza. In futuro potranno anche scoppiare guerre per il suo controllo. Da noi, invece, per decenni si è buttata sotto terra una enorme quantità di liquami puri insieme ad inquinanti tossici e chimici. Tutto questo è accaduto per decreti dei Commissari straordinari per l’emergenza ambientale.
Ora ci sono 2 finanziamenti, per circa 10 milioni di Euro. Uno è per realizzare una conduttura sottomarina e scaricare in mare i reflui depurati, l’altro è per fare delle trincee drenanti e scaricare i reflui depurati. Sembra che il problema principale sia quello di usare i finanziamenti, anche a costo di fare danno. Non riescono mai a usarli nel senso giusto!
NOI SOSTENIAMO CON FORZA LA NECESSITA’ DI IMPIEGARE QUESTI FONDI IN UN PROGETTO SENSATO PER L’UTILIZZO DELLE ACQUE DEPURATE IN AGRICOLTURA! Abbiamo bisogno di questa acqua, non può e non deve essere gettata via attraverso condutture marine, ma deve tornare in falda dopo essere stata usata in agricoltura. Le falde hanno assoluto bisogno di essere ripristinate.
Ripetiamo alla Regione Puglia che c’è bisogno di acqua dolce nel sottosuolo e non buttata direttamente in mare, e ripetiamo che le trincee drenanti vanno bene per fare acquitrini e creare nuovamente paludi, tornando alla situazione idrica degli anni ’30 del secolo scorso. Forse tutto ciò andrebbe bene per delle bufale, ma diversi milioni di Euro per delle bufale sono troppi. BASTA BUFALE AI DANNI DELLA COMUNITA’! Serve un progetto immediato per il recupero delle acque del depuratore di Carovigno e dei depuratori che scaricano nel Canale Reale. Noi per Carovigno possiamo suggerire la soluzione.
Giuseppe Casarola, coordinatone prov. di Brindisi del Partito Comunista
Tonino Mosaico, segretario regionale del Partito Comunista
Antonio Palmisano, docente di antropologia dell’università del Salento
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