In base alla relazione dell’ARPA Puglia, anche dopo la riaccensione dell’altoforno Afo1 dell’Ilva di Taranto, l’inquinamento pare sotto controllo.
Nessun allarme inquinamento dunque a Taranto dopo la riattivazione dell’altoforno 1, dal dossier dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – ARPA, consegnata alla Regione Puglia, ma il peggio potrebbe ancora arrivare.
In Ilva gli esperti dell’Arpa Puglia sono stati al lavoro in agosto, la direttrice del dipartimento di Taranto, Maria Spartera ha trascorso il ferragosto nell’Ilva, per completare lo studio sulla qualità dell’aria dopo la riattivazione dell’altoforno1.
Un dossier richiesto il 14 agosto s.v. dal governatore della Puglia Michele Emiliano alla luce delle segnalazioni ricevute da alcuni cittadini.
Questi denunciavano un aumento dell’inquinamento a fronte delle dichiarazioni dell’azienda che invece assicurava una drastica riduzione delle emissioni nocive.
“Le nostre centraline non hanno evidenziato l’impatto di queste nuove emissioni, quello che noi stiamo verificando è viceversa se le emissioni di questo nuovo impianto sono comunque dentro i limiti previsti dall’AIA, e poi come si confrontano rispetto al precedente impianto che fu chiuso per cui è evidente che ci aspettiamo di registrare un miglioramento. Molto più critica sarà la riapertura delle cokerie ci aspettiamo purtroppo un rimbalzo misurato dalle nostre centraline” ha riferito il direttore generale dell’ARPA Puglia, il professor Giorgio Assennato.
In attesa dei dati definitivi insomma la situazione ambientale dopo la messa in marcia dell’Afo1 sembra sotto controllo, ma la partita sull’inquinamento rileva il direttore generale dell’Arpa è tutt’altro che chiusa. È destinata a riaprirsi quando riprenderanno a lavorare i due terzi delle cokerie, che sono al momento spente.
Dopo le rassicurazioni dell’ARPA Puglia sulle emissioni dell’altoforno 1, gli ambientalisti sono scettici , dicono che quello che va in aria non è vapore.
La relazione con cui l’ARPA Puglia assolve l’Afo1 dell’Ilva dall’accusa di inquinamento, lascia scettico il fronte ambientalista che continua a nutrire forti e seri dubbi sulla qualità dell’aria di Taranto.
I fumi immortalati in una foto scattata il 13 agosto scorso sono attribuibili ad emissioni di vapore e non hanno determinato alcun impatto rilevabile sulla qualità dell’aria, secondo l’ARPA Puglia.
Una spiegazione che non convince Marescotti di Peacelink: “ARPA Puglia ha visto purtroppo le immagini sbagliate e ha dato un giudizio rassicurante, mentre invece manderemo sia ad ARPA Puglia che al governatore Michele Emiliano le immagini di un video di 1 minuto e 50 secondi, da cui emergono emissioni dello stabilimento Ilva che a nostro parere non possono essere assolutamente considerate vapore innocuo”.
“Inoltre – ha continuato Marescotti – va detta una cosa, se ARPA ritiene che in questo momento la situazione di Ilva sia una situazione tranquillizzante lo faccia presente alla Procura della Repubblica e dica che attualmente non c’è una situazione di pericolo”.
Marescotti fornisce il link di altre immagini relative allo stesso evento emissivo (https://www.facebook.com/DAmatoRosa/videos/876543715767971/?pnr ef=story).
“Se avesse visto queste immagini – aggiunge l’ambientalista Marescotti – ARPA non avrebbe parlato di vapore. Nella sua relazione al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ARPA Puglia parla infatti di foto di nubi di vapore con colorazione rosata che sarebbe verosimilmente dovuta all’ora (le 6.50 del mattino del 13 agosto).
Nel filmato “ di cui forniamo il link (apparso sul profilo Facebook dell’europarlamentare Rosa D’Amato) – spiega ancora Marescotti – si vedono invece inequivocabili nubi dense di color grigio che nessun tecnico scambierebbe con vapore”.
Peacelink in giornata invierà a Emiliano una relazione di risposta alla relazione Arpa “ che – secondo Marescotti – tuttavia per la verità ammette una strumentazione non ancora calibrata per il monitoraggio”.
Al di là del caso contingente, Peacelink critica più in generale il metodo di rilevazione dell’Arpa.
“Le centraline di monitoraggio degli IPA cancerogeni, all’interno dell’Ilva forniscono valori che sono mediamente più bassi in alcuni giorni rispetto ai valori delle centraline del quartiere Tamburi, per cui il sistema di monitoraggio, a nostro parere non è sempre attendibile, per cui in alcuni giorni paradossalmente gli operai dell’Ilva dovrebbero prestare le mascherine antismog agli abitanti del quartiere Tamburi – ha sottolineato Marescotti – è ufficiale, l’inquinamento Ilva è meno della metà di quello del quartiere Tamburi di Taranto”.
I dati di concentrazione degli IPA cancerogeni negli ultimi 7 giorni, secondo le rilevazioni delle centraline ARPA Puglia interne allo stabilimento espressi in ng/m3, sarebbero questi: 3,6 Ilva Portineria C, 5,3 Ilva cokeria, 6,3 Ilva Direzione, 6,9 Ilva Parchi minerali e 5,4 Ilva Riv1
mentre 12,3 al Quartiere Tamburi, il quartiere cittadino più vicino allo stabilimento Ilva.
Marescotti fa rilevare ancora che stando alle intercettazioni depositate dalla Guardia di Finanza, l’ex direttore dello stabilimento Ilva, Luigi Capogrosso, si sarebbe opposto all’installazione delle centraline anti-inquinamento dentro l’Ilva dicendo: “Figuriamoci se facciamo mettere le centraline all’interno!”
“Ma perché tanta riluttanza se poi i dati , con un po’ di buona volontà, sarebbero stati questi?” – chiosa Marescotti, che poi scrive sarcasticamente su Facebook : “Ilva come villaggio Valtur, lavoratori portateci i vostri bambini, respireranno meglio che a Taranto. I dati ARPA sono inequivocabili”.
Da parte sua l’ARPA Puglia non risparmia stoccate all’azienda Ilva, secondo la quale grazie ai lavori di messa a norma dell’Afo1, l’inquinamento si ridurrà drasticamente. In particolare le emissioni diffuse di acido solfidrico diminuiranno di 363 chili al giorno, quelle di polveri di 222 chili, quelle di polveri diffuse dal campo di colata, di 155 chili.
Per l’agenzia di Assennato si tratta di una inopportuna autocelebrazione di prestazioni ambientali non ancora verificate dagli organi di controllo preposti.
Vito Piepoli
Giornale Armonia Registrato al Tribunale di Taranto n. 638 del 23/11/2004