Di Carmine Alboretti. “LA VOCE SOCIALE”
Un musical dedicato agli insegnamenti di don Lorenzo Milani. A portare avanti il progetto è Riccardo Ceratti (nella foto), musicista e autore che ha collaborato con molti artisti della scena pop italiana. Il professionista ha scritto venti brani che raccolgono i momenti più importanti della esperienza del priore di Barbiana. L’opera, adesso, è completa e pronta per far comprendere al pubblico la storia e la ricchezza di un messaggio tuttora attuale.
Come mai un musical su don Milani?
La forma del Musical è forma completa. Si passa dalla canzone al recitato, si toccano tutte le corde possibili dell’animo immersi nella magia delle luci. Un viaggio, in carne ed ossa, dunque. La compagnia teatrale www.tavolo69.it ha accettato con entusiasmo il mio invito a portare in scena la vita del Priore. Si tratta di un gruppo stupendo, affiatato e dall’elevato livello di professionalità. Il Musical può parlare a molti in modo “leggero” ma non per questo meno incisivo.
Dunque l’obiettivo è far conoscere al pubblico la storia del priore?
Il nostro obiettivo è quello di dare vita ad una esperienza musico/teatrale che, una volta terminato lo spettacolo, faccia scattare in chi lo ha visto la voglia di entrare in una libreria ed acquistare gli scritti di Don Lorenzo.Mi sono accorto,dopo aver letto “Lettere ad una professoressa” che Don Milani è in fondo poco conosciuto rispetto al posto che nella storia merita. Se dovessi riuscire a trasmettere il mio incanto per lui anche ad una sola persona sarei felice d’essere riuscito nell’intento.
Che cosa la scuola di oggi dovrebbe mutuare dalla esperienza del priore di Barbiana?
L’attenzione agli ultimi. Il punto di vista dell’alunno al primo posto e l’amore per l’insegnamento.
È stato difficile cimentarsi con un soggetto “religioso”?
Le racconto un aneddoto … La scrittura del brano “Lorenzo”,da cui è partita l’idea del Musical, mi ha tenuto sveglio per due notti,una per le strofe e l’altra per il ritornello. La cosa curiosa è che percepivo nettamente dei “lampi di luce” che entravano nella mia stanza spingendomi al pianoforte a riversare i testi e la parte melodica sulla carta. Per me è stata una sorta di rivelazione,come fossi stato guidato. Ecco che il Priore era un amico,un fratello,un parente vicino. Il problema di dover confrontarsi con un “gigante” in quei momenti non c’era; tutto è stato naturale, è stata gioia pura.