Nella prossima settimana, Carosino celebrerà ancora una volta la festa del proprio patrono San Biagio. Abbiamo più volte ricordato come questa ridente cittadina alle porte di Taranto festeggi questa ricorrenza anche a ottobre, ma è sicuramente la giornata del 3 febbraio quella più sentita. Nelle ultime edizioni, praticamente dalla venuta di don Lucangelo De Cantis, i festeggiamenti di questa, come di altre ricorrenze religiose, si sono per così dire “trasformati”, interpretando un nuovo cammino pastorale di fede, sapientemente introdotto dal parroco di Carosino. Poca esteriorità e tanta essenzialità nella quotidianità e nelle manifestazioni della fede di cui, queste festività, sono sicuramente uno dei punti cardine per partecipazione di fedeli. Si è puntato innanzitutto su una solennità patronale che deve sempre di più essere una festa che coinvolga tutto il paese, non solo di chi è nativo di Carosino. Una riflessione che forse è data per scontata ma, nella realtà, non è sempre così. L’interpretazione religiosa della “patronalità” di San Biagio e del connubio che da secoli congiunge questo popolo al santo armeno, lancia sempre di più in alto l’attuale Anno Pastorale Parrocchiale, che la cittadinanza locale sta vivendo col titolo di: “Sale della terra e Luce del mondo”. Una testimonianza profonda questa, che ci induce a riflettere non solo sulla personalità e sul vigore di una fede testamentaria, come quella offerta da S.Biagio ad esempio, ma su come noi stessi siamo chiamati a vivere questo dono. Una affermazione che sta cercando di portare avanti anche il locale Comitato Festa S.Biagio il quale, “spogliatosi” degli orpelli tipici di questi sodalizi, qui a Carosino ha intrapreso un cammino religioso di tutto rispetto. E così anche per questa ricorrenza, si è tolto tanto alle apparenze esteriori della festa in senso consumistico, puntando molto invece sul viverla a cominciare da ognuno di noi nel proprio cuore, nelle nostre case, nei luoghi d’incontro come le piazze oltre che, beninteso, nella stessa chiesa. Pertanto questa volta non vi parlerò di luminarie, concerti bandistici, fuochi pirotecnici e così via, pur importanti certamente anche per la tradizione, ma che lasciano purtroppo il tempo che trovano. Vi parlerò invece del nuovo impulso che stanno vivendo a Carosino queste feste patronali, dove è assai visibile una pastorale missionaria che si fa operosa e capace di riverberarsi nella società e trasformarsi in uno strumento di evangelizzazione. Espressione, questa, di una Chiesa aperta e vicina alla gente. Quando tutto sembra negativo per il momento storico che stiamo vivendo e che avrebbe potuto contribuire a minare anche i nostri culti religiosi tradizionalmente più importanti, ecco che la festa del patrono qui a Carosino vive, di contro, un periodo fecondo, non solo dal punto di vista della fede ma anche economico. Segno, anche quest’ultimo, che quando esiste una buona sinergia tra parrocato e Comitato, anche con budget sempre più ridotti, si possono ottenere buoni risultati in ogni ambito. FLORIANO CARTANI’
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