di Serena Verga
La Musica. Non c’è mezzo migliore per parlare all’anima. Ed ecco che Marco Ligabue ritorna con un altro singolo che sarà parte del suo secondo album. IL SILENZIO E’ DOLO. Non è una canzone come le altre. E’ molto di più. E’ un progetto sociale. E’ un urlo liberatorio contro la Mafia, contro tutto ciò che limita l’uomo rendendolo prigioniero. Ma soprattutto vuole mettere fine al silenzio, all’omertà. Perché il silenzio non è d’oro, ma dietro può nascondersi tanto, troppo dolore che mina la società e la storia di ogni singolo individuo. Il progetto è stato ufficializzato il 21 gennaio 2015, dopo la conferenza stampa tenutasi alla Camera dei Deputati con l’appoggio del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Nino Di Matteo. Anche la Nazionale Italiana Cantanti ha sposato il progetto, come anche Valeria Grasso, testimone di giustizia che ha denunciato e fatto condannare mafiosi che le avevano chiesto il pizzo. Tutto è partito da un’inchiesta giornalistica (rilanciata anche da “Le Iene” su Canale 5) di Ismaele La Vardera, 21enne palermitano, presidente dell’Associazione Nazionale ‘Verità Scomode’, nonché inviato di Telejato (rete locale), che ha denunciato i brogli elettorali avvenuti nel suo paese, Villabate, durante le recenti elezioni europee, portando così alle dimissioni il sindaco e l’intera giunta. E così è da Ismaele che parte il progetto socio-musicale di Marco Ligabue, un progetto che vuole anche dar vita ad una proposta di legge, attraverso la quale si inviti la classe politica a rendere pubblica la destinazione di tutti i beni confiscati alla mafia, chiedendo che essi diventino una garanzia per nuovi e brillanti progetti a beneficio di giovani imprenditori italiani. Il prossimo obiettivo, a partire da febbraio, sarà quello di portare il progetto in giro per la penisola, affinché se ne possa parlare e discutere anche presso varie università italiane.
Il video ufficiale del brano musicale, visualizzabile su YouTube, è girato tra Palermo e Villabate e vede Marco Ligabue cantare assieme al cantautore d’Agrigento Lello Analfino dei Tinturia e il rapper palermitano Othelloman, oltre alla partecipazione di tantissimi cittadini e giovani siciliani. Le immagini ritraggono i vicoli, le piazze, i colori della Sicilia, la quotidianità di gente che fa finta che tutto sia normale, quando in realtà le bocche sono serrate da scotch che impediscono di parlare, di esprimersi, di urlare. “Non c’è più tempo”, “Via da questo silenzio, da questo tempo rubato”, “Io non resto zitto mentre uccidono altri eroi”, “Siamo noi che dobbiamo riprenderci la vita in mano” “Uniti a testa alta”. Queste sono solo alcune delle parole del brano. Forti. Dirette. Parole che urlano la voglia irrefrenabile di libertà e la speranza di respirare aria nuova. E mi ritorna alla mente un’immagine del video: un nonno e la sua nipotina, due generazioni a confronto. Lui con uno scotch sulla bocca. Lei, così piccola, sorride, e toglie lo scotch sulle labbra di lui. La bambina può sorridere al vento, ancora nessuno le impedisce di parlare. Lei è libera di deliziarsi del mondo, di piangere ed urlare quando le va, di abbracciare quanto vuole, di meravigliarsi delle piccole cose, perché per lei tutto ha il sapore della prima volta. E’ ancora libera di essere. Ancora. E tutti dovremmo prendere esempio da lei.
Riprendiamoci la tenerezza. Riprendiamoci il nostro angolo di cielo.
IL SILENZIO E’ DOLO. Ricordiamocelo.
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