Di Enzo Carrozzini
Che si chiami Blizzard o Burian una cosa e’ certa, ricorderemo bene queste ondate di freddo polare che stanno
percorrendo in lungo e largo il nostro Paese. Il principale dolente motivo e’ dovuto al già consistente numero di vittime che sta provocando. La perdita di vite umane però non può essere sempre ricondotta alla volontà del destino cinico e baro, (questo fatto può esser vero solo per taluni eventi), spesso e volentieri, invece, la realtà evidenzia come moltissime persone scontino sulla propria pelle le conseguenze della disorganizzazione e dell’insufficiente attenzione degli organismi deputati alla prevenzione, e questo avviene in tutta la filiera delle responsabilità, da quella locale a quella nazionale. I casi recenti delle alluvioni a Genova e Roma, le frane di Giampilieri (a Catania), o sulla costiera Amalfitana, o più indietro nel tempo, a Sarno (Salerno), manifestano come per la protezione di un territorio fragilissimo come quello italiano, non esistano prevenzioni che tengano, quando a prevalere e’ l’affarismo , guadagno facile, la mancata sorveglianza degli organi preposti al controllo se non siano compiacenti o corresponsabili. Il territorio che abitiamo ci invia segnali inequivocabili sulla insostenibilita’ dei colpi infertigli dall’ attivita’ umana, e quando questo avviene, inevitabilmente, provoca catastrofi. E’ emblematica la questione dei comuni che circondano il Vesuvio in Campania. Se osserviamo la zona utilizzando Google Earth (il programma in rete che permette la visione completa del mondo), ci si puo’ rendere conto come sia estesa l’edificazione a pochissime centinaia di metri in linea d’aria dalla bocca del vulcano, le sanatorie edilizie poi hanno legalizzato il tutto. Intanto il Vesuvio, che non e’ per nulla estinto, osserva, e, quando si svegliera’, la sua potenza sara’ distruttiva,,,, Ovviamente non ci auguriamo nulla di tutto cio’, ma i doverosi scaramantici gesti apotropaici non ci rassicurano del tutto… La natura ha inventato la globalizzazione ancora prima che la scoprissero economisti e popolazioni, se pensiamo alla potenza delle grandi masse d’aria e ai mutamenti climatici che il loro spostamento provoca sui continenti. Purtroppo in questi giorni stiamo pagando duramente gli effetti della globalizzazione ”naturale” sul nostro portafogli: i prezzi delle derrate alimentari sono sensibilmente aumentati, il tasso di inflazione supera il 3,20 per cento e non conosciamo gli effetti che provocherà l’aumento del carburante e dei prodotti da riscaldamento, (i questi giorni è stato rilevato nel Paese, il consumo di gas piu’ alto da sempre). Pensiamo sia doveroso invitare le autorità a verificare e sanzionare aumenti ingiustificati dei prezzi, dalla foglia di prezzemolo in su . Ma, considerato le esperienze passate, abbiamo motivo di ritenere che non se ne cavera’ nulla, soprattutto in ordine alle forniture di gas metano (circa il 30 % del fabbisogno importato dalla Russia tramite la compagnia Gaz prom), se riflettiamo sulle questioni di natura geo politica prepotentemente esplose in questo ultimo anno