di Mezzolla Giulia
L’intelligente e affascinante Costanza d’Altavilla, è costretta a lasciare le sue vesti monacali a lei tanto care per sposarsi con l’inaffidabile e poco rassicurante imperatore Enrico VI per dare un erede alla stirpe normanna. Inizia per lei un’esistenza vissuta di continuo all’ombra del marito, piena di tristezza e dispiacere, illuminata soltanto dalla speranza di avere il figlio tanto atteso. Speranza che, a causa dell’età avanzata dell’imperatrice, diviene sempre più flebile. La presenza del Signore però si fa percepire quando all’età di 43 anni Costanza si scopre finalmente incinta. Enrico VI non è a palazzo e una gravidanza a questa tarda età non è credibile, come fare? Costanza allora decide di dare alla luce il figlioletto in una capanna in mezzo alle donne del paesino di Jesi, così che la veridicità dell’evento possa essere testimoniata. Il figlio di Costanza d’Altavilla e di Enrico VI è Federico II : egli diventerà uno dei più grandi e potenti imperatori della storia. La venuta di questo erede non giova però allo Stato della Chiesa, sempre più stretto tra le potenze del Nord e del Sud. L’ostacolo principale è rappresentato dal primo cancelliere, Gualtieri di Palearia, che tenterà persino di uccidere il piccolo Federico, il quale saprà già valorosamente difendersi, anche quando la madre morirà. A soli 14 anni, Federico sarà in grado di salire al trono, piccolo ma già maturo e saggio.
Questo è un romanzo storico saggiamente confezionato e scritto con una semplicità senza pari. I testi sono molto comprensibili e i fatti esposti chiaramente. Appare netto il contrasto, nella mente di Costanza, tra la sua terra, la Sicilia, piena di frutti, colori, odori che lei sempre amerà, e il Nord, territorio freddo e ostile. La figura di Costanza d’Altavilla sembra quasi idealizzata, appare sempre splendida e meravigliosa in tutta la sua grazia ed eleganza di donna, imperatrice e madre, capace solo di ragionamenti giusti e buoni. Leggendo questo romanzo, non può non turbare, o destare meraviglia, la Chiesa. O meglio i suoi rappresentanti che sembrano non avere la benché minima idea di chi sia Dio e a cosa egli esorti, concezione invece limpida nella mente di Costanza. In questo libro, la Chiesa è popolata da personaggi indegni del titolo che portano, e dipinta con colori scuri e ombrosi : essa rappresenta il male, il nemico. Questo libro unisce sicuramente l’utile al dilettevole facendo scoprire, assaporare e perché no, giudicare scorci di storia non bene esplorati, con un linguaggio limpido, semplice e che obbliga a continuare la lettura.
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