di Enzo Carrozzini
All’indomani della conferenza stampa del Sindaco Decaro sulla questione nuovo edificio del Provveditorato, sono fermamente intenzionate a dare battaglia anche le associazioni e i comitati che si oppongono alla costruzione nell’area portuale di bari di quello che è stato definito il nuovo eco mostro, posto, ricordiamo, vicinissimo alla mole del Castello Svevo Normanno, e a una distanza di un attraversamento pedonale da un aerea in cui archeologi e studiosi hanno individuato i resti dell’antico porto, che oggi i baresi definiscono con il nome di “Banghina”. Stamani le associazioni hanno indetto una conferenza stampa nel giardino che cinge la sede del Provveditorato alle opere Pubbliche, un oasi di verde in pieno centro città, pressoché sconosciuta alla popolazione e di fatto inutilizzata benché pubblica, per ribadire come il parere favorevole espresso dalla Sovrintendenza alla costruzione dell’edificio costituisca un offesa ai cittadini, anche perché è stilato in palese contraddizione a quelle che sono le prescrizioni previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio(di cui al Dlgs 22.1.2004 n.42), che individua aree da sottoporre a tutela, tra le quali rientrano ” complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale” (richiamato all’Art. 136 comma 1 let.c del detto Codice), che adeguando la tutela dei luoghi rilevante interesse pubblico, di fatto superano lo stesso vincolo risalente al 1930. Disposizioni di Legge che vengono integralmente richiamate nel Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia approvato nel 2013 , cui i Comuni devono adeguarsi. In buona sostanza la Sovrintendenza eccepisce fonti di Legge e concede priorità alla Conferenza dei Servizi svoltasi per la concessione dell’erigendo edificio oggetto della contestazione. I rappresentanti Istituzionali presenti all’incontro come i comuni cittadini facenti parte dei comitati, hanno ribadito la proposta di voler utilizzare l’area per creare il parco del Castello che abbracci la penisola della città antica da piazza Massari a finire al Monastero di Santa Chiara, sottolineando che si darebbe vita ad un parco naturale e archeologico di circa 6 ettari, e ritengono che il primo passo da adottare sia quello di inoltrare al Sindaco Decaro la richiesta della pubblica fruizione Del giardino della sovrintendenza, predisponendo l’impianto di giostrine per bambini che oggi sono costretti in luoghi più angusti e pericolosi. Successivamente tutta la manifestazione si è portata presso la sede Regionale della Direzione ai Beni Culturali, laddove alcuni rappresentanti sono stati accolti dalla Dottoressa Maria Carolina Nardella, autorità responsabile del provvedimento contestato, per un incontro propedeutico all’indizione di una maxi conferenza in cui tutte le parti in causa metteranno in discussione le proprie ragioni. L’Evento è stato colto dalle associazioni, per donare due piante di Pitosforo, alla Dottoressa Nardella e alla sua diretta Superiore Dottoressa Pellegrino, un gesto pacificamente provocatorio quale emblema di pietosa coltre sotto cui nascondere la polvere di errori e/o omissioni all’insegna del vizio italico dello scarica barile. Seguiranno altre iniziative.