Continua l’undicesima settimana della quinta edizione della kermesse di Arti Sceniche, Visive e Letterarie “Hermes on Streets Summer’s Festival” – promossa, dal 27 maggio al 27 settembre, dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto, in collaborazione con la ProLoco di Taranto e numerose altre associazioni – che, attraverso mostre di arte visiva, reading, seminari, workshop, recital, proiezioni, presentazioni di libri, lectio magistralis, happening e concerti, celebra l’estate tarantina, con la finalità di riscoprire, valorizzare e conservare la memoria storica locale, educare le nuove generazioni (e non solo) alla bellezza, alla diversità e allo sviluppo sostenibile.
Taranto si mostra, attraverso gli scatti di Giuliano Doro, presso Melasogno
Martedì 5 agosto torna, con il sessantesimo appuntamento, il ciclo “Taranto – Il Nuovo Volto”, organizzato dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus, in collaborazione con l’Associazione Turistica ProLoco di Taranto, Il Circo della Magna Grecia, Strambopoli – La Città degli Artisti.
Alle ore 20.30, nell’accogliente spazio dedicato al cibo per il corpo, per la mente e per lo spirito “Melasogno”, in via XX Settembre 13/15 a Taranto, verrà inaugurata la personale di arte fotografica “Taranto si Mostra” di Giuliano Doro, musicista e ingegnere di professione, fotoamatore fortemente legato alla propria terra: Taranto e la sua provincia. La collezione fotografica racconta le bellezze artistico-paesaggistico-archeologiche della Città dei Due Mari e pone l’accento sul circuito della Taranto Sotterranea, recentemente restituita, in parte, ai cittadini e ai turisti. A seguire, gli allievi del laboratorio di scrittura e drammatizzazione promosso dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus proporranno il reading poetico “Il dono di Lucifero”, elaborazione drammaturgica tratta dalle opere edite di Francesca Pellegrino, Luigi Pignatelli, Gianluca Tornese, pluripremiati autori tarantini i primi due e brindisino il terzo. Interverranno anche l’attrice Sarah Genga, Anna Maria Netti, che proporrà un monologo teatrale di cui è autrice, ed Elena Arcadio.
La partecipazione è libera e gratuita.
Il curatore della mostra, Luigi Pignatelli, nella nota di presentazione definisce la fotografia «sintesi dei cinque sensi e braccio operativo del sesto senso, mezzo attraverso il quale il genere umano riesce a vedere, sentire, gustare, toccare, odorare la realtà, squarciando il velo di Maya e generando una visione altra di ciò che ci circonda e ci costituisce. La fotografia mostra ciò che si ha dentro, ferma il tempo e cristallizza ciò che l’azione antropica tende a distruggere. Nelle opere esposte la presenza umana non si vede, ma se ne percepiscono gli effetti, poiché la fotografia per Giuliano Doro, per sua stessa ammissione, è l’arte di percepire e rendere visibili i segni della nostra esistenza. Ferdinando Scianna dice che “Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo è lo specchio del fotografo.” Caro Giuliano, se fisso il tuo sguardo, sei in grado di fingere? Quanto c’è di reale in ciò che racconti? L’obiettivo fotografico può distorcere, ma anche riequilibrare la realtà. La chimica degli elementi muove il sole nella giravolta claustrofobica del pentagono dei sensi. Alchimie di anime in pena girano la chiave nella volta celeste. Materia & antimateria si incontrano e si scontrano nella giostra delle (dis)illusioni ottiche: fuori di noi, il nulla; dentro di noi, il tutto. E mi tornano in mente i versi di Alda Merini “Mi hai resuscitato dalle scarse origini con richiami di musica divina, mi hai resa divergenza di dolore, spazio per la tua vita di ricerca, per abitarmi il tempo di un errore.” Siamo clessidre, perennemente rivoltate, schiavi di secondi, minuti, giorni, settimane, anni, secoli, millenni. La sperimentazione, nella vita quanto nell’arte, rappresenta per Giuliano Doro una forma di rivolta e di ricerca. Malgrado la (co)scienza non sappia definire codici e fonemi, il fruitore dialoga con l’opera e la funzione dell’autore appare espletata: sogno & bisogno, realtà & rappresentazione, interrogativo & investigazione, antidoti di solitudine, ossimoro di acque & sangue, per anime alla ricerca di involucri di carne. Giuliano Doro è anche un ottimo ritrattista che da ogni stanco & freddo velo spoglia i suoi modelli e le sue modelle e l’anima legge senza pudore e senza timore. La danza della vita alleggerisce le menti e avvicina l’anima all’origine di tutte le cose. La folgorazione dura il tempo di un istante, scopre la carnalità e la suggella, spalanca i cancelli dell’eternità. Superato il gate, la coscienza dovrà collocarsi nell’abisso o sulla vetta.»
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 9 agosto.
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