di Enzo Carrozzini
La notizia che a 90 anni dalla sua fondazione dal prossimo primo Agosto il quotidiano L’Unità non sarà più in edicola, non può non suscitare tristezza e preoccupazione.
Il quotidiano fondato dal padre del Partito Comunista Italiano, Antonio Gramsci, ha narrato la storia del XX secolo fornendo al contempo coordinate di formazione politica a centinaia di migliaia di militanti, interpretando dal suo canto lo stato delle cose nazionali ed internazionali, seguendo l’evoluzione dell’architettura ideale del partito che da istanze rivoluzionarie è approdato , non senza travagli ancora in corso di svolgimento, alla grande famiglia del socialismo democratico europeo, e fornendo utile controcampo alla tanto agognata quanto vituperata libertà di informazione.
Gli eventi son precipitati nel pomeriggio di martedì 28 Luglio, in seguito al mancato accordo di rifinanziamento della società editrice che edita il quotidiano da proporre ai gestori nominati nello scorso mese di Giugno a seguito alla messa in liquidazione della società stessa, sebbene comitato di redazione, lavoratori, che non percepiscono lo stipendio da mesi, e gli stessi liquidatori ritenessero verosimile il piano, ma i dissensi sopraggiunti tra gli azionisti ha reso vana la proposta di Matteo Fago, detentore di maggioranza del pacchetto azionario. Risultato i quotidiano interromperà le pubblicazioni dopo tredici anni dalla sua riapertura (2001), a seguito di una precedente crisi finanziaria, che alla luce dell’attualità, riapre uno scenario inquietante sul futuro dei dipendenti.
Stamani il quotidiano che dichiara una tiratura media di circa 57.000 copie con vendita che si attesta intorno alle 21.000 giornaliere (secondo dati Ads Aprile 2014, con una preoccupante tendenza al ribasso nel corso degli ultimi dieci anni), presenta un editoriale del Direttore Luca Landò, che rivolge il suo “J’accuse” alla proprietà e alle dirigenze politiche di riferimento del quotidiano (il segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio , Matteo Renzi) paventando una svendita dei valori ideali e professionali della testata, non ultimo il suo nome storico. ”Hanno ucciso L’Unità” è il titolo a carattere cubitale in prima pagina che sormonta l’editoriale del Direttore Landò, a cui fa seguito una sfilza di otto pagine completamente bianche che esprimono in pieno lo stato d’animo e la preoccupazione di tutti coloro che facevano nascere il giornale. Facciamo voti che non sia finita per davvero, la stampa libera è avamposto di democrazia ma, purtroppo e oggi come non mai, deve fare i conti anche con le leggi del dio mercato… Auspichiamo per i nostri colleghi e i lavoratori tutti una soluzione meno traumatica possibile, per quello che ha rappresentato L’Unità e ciò che potrà rappresentare in futuro, nonostante le quotazioni di quei valori ideali di cui è stata strumento di diffusione e informazione, in un periodo quale quello attuale, sembra quasi ci sia volontà di avviarli a dissoluzione….