Ora basta. Sabato 12 aprile 2014, alle ore 19, “Esodo”, radiodramma scritto e interpretato da Gaetano Colella, va in onda su Radio3 nel palinsesto de “Il cantiere”, lo spazio dedicato alla sperimentazione di nuovi linguaggi e nuove idee, programma di Elisabetta Parisi, con la collaborazione di Pietro Filacchioni.
“Esodo” racconta la storia disperata degli abitanti delle “case-parcheggio” del quartiere Tamburi di Taranto attraverso la voce di uno dei suoi residenti che si è barricato sul tetto del suo palazzo per protestare. Vuole una casa che gli spetta da quarant’anni. Da quando, a seguito del crollo di alcuni edifici nella Città vecchia, i suoi genitori e un altro migliaio circa di abitanti furono sistemati dal Comune in altre zone della città allo scopo di risanare gli immobili fatiscenti dell’Isola. Dunque, si trattava di un progetto di collocazione temporanea di intere famiglie in aree periferiche. Fu in quel momento che nacque il grande esodo per interi nuclei familiari, che dalla Città vecchia, antico cuore pulsante di Taranto, portarono via storie, intrecci di parentele, amicizie, relazioni. Un intero quartiere fu smembrato e frazionato in vari rioni urbani. Ad alcuni toccò andare ai Tamburi, parcheggiati per un tempo illimitato che dura ancora oggi, accanto allo stabilimento siderurgico più grande d’Europa, l’Ilva. Fra questi c’era Antonio, che all’epoca aveva solo due anni. Oggi Antonio ha deciso di salire sul tetto per protestare, perché quarant’anni di attesa sono troppi, e, non dimeno, perché suo figlio merita di crescere in un’altra casa, una casa normale come ce l’hanno tutti gli altri.
“Esodo”, radiodramma che nasce da uno studio teatrale omonimo del Crest, si presta ad una serialità, perché ogni puntata racconta di un giorno di lotta di Antonio, di una sofferenza e di una sfida. Ma anche della determinazione di un uomo che ha compreso una cosa importante: se non inizia ad agire in prima persona nulla potrà mai cambiare. Nel particolare, la puntata che sarà irradiata sulle frequenze radio della Rai racconta del quinto giorno di protesta. Le musiche sono di Fido Guido, artista tarantino, e dei Radiodervish, l’elaborazione del suono di Walter Mirabile.
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