di Enzo Carrozzini
Un segreto, ancora uno nella lunga lista di segreti irrisolti di cui è costituita la storia del nostro Paese. L’assassinio dei due giornalisti Rai, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 Marzo giunge, indegnamente, al suo ventesimo anniversario senza che sia stata fatta ancora luce su responsabilità morali e materiali.
Era il 20 Marzo 1994, i due giornalisti inviati del Tg3 Rai, si trovavano in una strada di Mogadiscio in Somalia, intenti a documentare, per il servizio televisivo pubblico, le vicende del paese dell’ Africa centro orientale, insanguinato dalle violenze delle milizie dei signori della guerra che si contendevano il governo dello Stato uscito dalla dittatura del Generale Siad Barre.
Ilaria Alpi era una splendida giornalista che aveva realizzato diversi reportage e insieme all’operatore Miran Hrovatin formavano una squadra collaudata ed appassionata del proprio lavoro, caratterizzato da impegno e senso etico, e questo è uno dei motivi per cui è stata decretata la loro condanna a morte. In quel periodo, infatti, si erano trovati ad indagare su di un traffico internazionale di armi e di rifiuti tossici, un intreccio immondo che vedeva interessati servizi segreti degli Stati coinvolti nella pacificazione, istituzioni e aziende impegnate nella cooperazione internazionale, avente come sottofondo interessi politico economici, sulla base dei quali, si perpetuano, da sempre, le nefandezze degli uomini. Una storia che tra mezze verità e depistaggi, né Magistratura né commissioni di inchiesta Parlamentari sono riusciti a svelare.
Cinque anni orsono Roberto Scardova, collega del tg3 di Ilaria e Miran, pubblicò il libro inchiesta “Carte False”, nel quale viene ripercorsa tutta la vicenda, in un pervicace tentativo di tenere vivo il ricordo dei colleghi quanto quello di cercare la verità dei fatti. Ricostruzioni, testimonianze, rievocazioni processuali, e l’ amorevole
impegno civile profuso dai genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana Alpi.
Il problema nel nostro paese è sempre costituito dai segreti di stato che vengono opposti allo svelamento delle verità. Grazie ad un inchiesta giornalistica, si è appreso che la causa dell’assassinio dei due valenti giornalisti, si troverebbe nella montagna di carte (circa otto Mila documenti) conservate presso gli archivi della Camera dei Deputati, ma secretati dall’Agenzia del servizio segreto militare (AISE). Ci auguriamo che la giornata oltre alle solite frasi di circostanza e di cordoglio, faccia intravedere segnali che gli “omissis” in questo Paese si voglio davvero eliminare, la parola adesso passa al Governo, ammesso che esista la volontà di cambiare le cose che non quadrano nel nostro sistema. L’equilibrio del bel Paese non riguarda solo i conti finanziari, ma soprattutto quelli di afflato civile e morale, ci sono tante persone che attendono verità, a partire dal caso in questione a salire a tutti segreti che ancora pesano come macigni sulla coscienza collettiva degli italiani. All’indirizzo www.change.org/ilariaalpi è stata creata dai giornalisti Beppe Giulietti e Stefano Corradino una petizione per esortare il Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini , a chiedere la rimozione dei sigilli posti sulle carte che potrebbero svelare le cause del barbaro omicidio di Ilaria e Miran . Riteniamo doveroso supportare l’iniziativa.
Oggi la mamma di Ilaria, la signora Luciana, prosegue il suo impegno da sola, perché il Professor Giorgio, purtroppo, ha dovuto lasciare la lotta, ma, forse adesso, nel luogo in cui si trova, conosce la verità sulla morte della sua ragazza e di Miran.
C’è bisogno di ricercarla da questa parte….