Siamo raggiunti da una notizia sconcertante e terribile (documentata da foto inviataci) documentante Il danneggiamento e l’imbrattamento, con una serie di epiteti impronunciabili, seguito da minacce con tanto di nomi, inferti su di una Cappella nel cimitero di San Giorgio Ionico, da parte di ignoti decerebrati e incapaci di imporre un limite ai propri deliri di onnipotenza e di rifuggire anche innanzi all’ultimo sentimento umano che è la compassione nei riguardi di chi non esiste più oltre che per il luogo conservante le loro spoglie, depositario della memoria inconsolabile e straziante dei cari che li rimpiangono.
Archiviare il caso come sfottò troglodita di buontemponi? (davvero un’impresa a definire tali gesti), avvertimento in stile mafioso? Le domande chiedono risposte. Nutriamo rispetto e certezza che le Istituzioni delegate riusciranno a svelare l’arcano contenuto in quelle frasi e in quanto facenti parte della Comunità Sangiorgese, intendiamo proporre una catena di solidarietà nei riguardi di chi ha subito il danneggiamento morale e materiale, da parte di questi sottoumani (anche questa definizione è un’impresa) dotati (purtroppo) di carta d’identità, che, ci auguriamo, presto possa trovare albergo tra le foto segnaletiche, in galera.