Di Enzo Carrozzini
Questa mattina nel Centro commerciale all’ingrosso “Il Baricentro” di Casamassima nella città metropolitana di Bari, centinaia di operatori commerciali esercenti l’attività nel centro commerciale supportati da numerosi clienti, commercianti al dettaglio, ambulanti e dipendenti, hanno dato vita ad una manifestazione pacifica di protesta ed informazione per tutte le problematiche che il settore terziario sta attraversando a seguito dell’emergenza sorta con la diffusione del contagio da Covid 19, provocando, come noto, la chiusura pressoché totale delle attività economiche non primarie, ma ritenute dalle autorità altamente pericolose per la diffusione della pandemia.
È convenuta una folla di oltre 500 persone da ogni parte della regione in rappresentanza dei commercianti pugliesi, che prestando massima attenzione ad evitare assembramenti pericolosi, sotto gli occhi severi e attenti delle forze dell’ordine, (carabinieri e agenti della polizia locale, hanno spiegato i motivi della manifestazione. Alcuni operatori si sono resi portavoce delle problematiche sorte in seguito alla chiusura delle loro attività protrattasi oltre due mesi, non certo mitigate dal calendario della Fase 2 relativa alle riaperture scansionate per settore. Infatti, il primo problema lamentato dai grossisti sono i mancati ricavi della stagione primaverile a seguito del lockdown, col risultato di avere in magazzino larghi stock di merce invenduta. Il provvedimento disposto per decreto dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, ha scansionato la riapertura delle attività economiche, con ripresa del commercio all’ingrosso il 4 Maggio scorso, disponendo la riapertura per il commercio al dettaglio solo il 18 Maggio, una misura non gradita ai grossisti sulle cui vendite ai dettaglianti poggiano larga parte dei loro affari. Il problema dei commercianti ambulanti ha meritato un altra riflessione, perché allo stato attuale non si conosce per questa categoria nemmeno il tempo di ripartenza.
Gli operatori hanno lamentato la mancanza di liquidità dovuto alle chiusure forzate, ma anche per la farraginosità del tipo di finanziamento previsto per le piccole imprese, in cui lo Stato fornisce la garanzia per finanziamenti concessi dagli Istituti di Credito, ma che allo stato attuale subiscono rallentamenti, probabilmente per l’eccesso di prescrizioni opposte da queste ultime.
Al quadro di sofferenze illustrato che comporta il mancato approvvigionamento di fondi per riorganizzare l’attività a fronte di costi fissi per i servizi (locazioni, energia, imposte e tasse), i commercianti hano elencato una serie di proposte atte, a loro giudizio, a mitigare la condizione drammatica che stanno affrontando.
Suggerumenti da tradurre in disposizioni legislative che spaziano dalla decontribuzione del costo del lavoro per tutto il 2020, alfine evitare centinaia di licenziamenti; Crediti di imposta per affitti e utenze; Dilazione di imposte, tasse e adempimenti fiscali fino al 2021,con rateazioni di almeno 24 mesi; Norme comportamentali certe da adottare in costanza di lavoro. Gli operatori, infine, hanno chiesto un confronto col Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
La Situazione è seria e drammatica, e c’è sempre un virus con cui fare i conti.
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