Di Enzo Carrozzini
Stiamo verificando di persona gli effetti che l’emergenza Covid19 sta provocando sul nostro comportamento quotidiano, se non vogliamo pensare agli effetti psicologici insinuatisi nel nostro pensiero più profondo che modificheranno per gli anni futuri il nostro agire personale e collettivo. Certo stiamo reagendo a questo flagello con i mezzi che abbiamo, sventolii del drappello nazionale, Le musiche dai balconi, le cantate alla come viene , l’inno patriottico d’eccellenza a squarciagola al ritmo di “poropopopopopò” (che mai si dovrebbe accompagnare, altrimenti diventa tutta una caricatura), alla ricerca di una coesione sociale mai coltivata o limitata solo alla ristretta cerchia familiare o delle proprie amicizie. Ma, realmente pensiamo davvero a chi vive peggio di noi? Pensiamo a chi è disabile, ad esempio,
se già una persona normodotata subisce gli effetti psicologici dal terribile flagello che ci ha colpito, quali sono le condizioni di chi vive una qualsiasi disabilità? Quali sono le condizioni nel malaugurato caso si trovasse da solo? Può contare su di una famiglia? Cosa stanno facendo i suoi familiari? A qualcuno di questi interrogativi ci ha risposto Cosimo Lorizio, giovane operatore di Grottaglie.
Ciao Cosimo, ci vuoi parlare di te e del tuo caso?
Ciao. Sono caregiver (nel senso che Mi prendo cura) di mio fratello disabile Francesco, e in quanto operatore socio sanitario, svolgo servizi di assistenza integrata, sia a domicilio che all’interno di un centro diurno sempre nell’ambito Territoriale n.6.
Che cosa ci vuoi segnalare?
Desidero informare che leggendo i decreti a livello nazionale, i disabili e caregiver risultano tuttora invisibili, nemmeno degni di nota o menzione. Ogni regione poi si è mossa in maniera differente. In Puglia dal 12 marzo sono state sospese sia le attività nei centri diurni sia i servizi domiciliari, lasciando attivo solo il servizio domiciliare ADI per i gravissimi. Quindi tutto il carico assistenziale grava ora sulle famiglie che non possono in nessun modo concedersi qualche ora di pausa. A questo si deve aggiungere che, nella maggior parte delle disabilità sia motorie che mentali, è impossibile l’uso dei dispositivi di protezione individuale (Maschere etc) da parte del disabile e la distanza di sicurezza non si può né attuare né rispettare.
Che cosa pensi che potrebbero fare le autorità sanitarie per lenire i problemi che disabili e famiglie stanno affrontando?
Mai come adesso per noi famiglie sarebbe stato utile il riconoscimento a livello normativo della figura del caregiver, in questo modo, almeno avremmo avuto la speranza di una tutela da parte dello Stato, che purtroppo manca. Visto quindi il silenzio che lo Stato ci riserva l’appello va fatto alla Regione, affinché riapra al più presto i centri, con tutte le tutele e le misure di sicurezza che si stanno riservando per gli ospedali ed le strutture residenziali o effettuare tamponi sia per operatori che utenti, ed ove questo non sia attuabile nell’immediato, almeno la ripresa ed il potenziamento necessario dei servizi domiciliari senza nessun onere a carico delle famiglie.
Come sta passando tuo fratello Francesco questo periodo doppiamente terribile per chi, come lui, è affetto da disabilità?
L’ottimismo non è al massimo se ha detto che si è data rilevanza più ai bisogni dei cani, con tutto rispetto per le bestiole da compagnia, che ai disabili .
E tu come stai reagendo, in questo momento grave già di per sé, ma, sicuramente, acuito dalla sofferenza di avere un congiunto in quelle condizioni?
L’amarezza più grande è quella di guardare negli occhi mio fratello, percepire la sua ansia, le sue paure, i suoi timori ma non avere nessuna risposta da dargli. “Fortunatamente” ,senza Covid-19, noi caregiver e disabili, abbiamo imparato ad essere forti, ed in questi mesi in cui tutti viviamo un momento difficile,grazie a DIO, ci ritroviamo ad avere un marcia in più rispetto agli altri. Siamo abituati alla sofferenza. Nel mio piccolo questa è l’unica consolazione che mi rimane.
Grazie Cosimo , coraggio Francesco , cercheremo di farci tramite della Vostra sofferenza.
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