Redazione
Desideriamo svolgere un ricordo sulla scorta di un racconto narratoci del Signor Carlo Rapetti, babbo di Alberto, il cui sfortunato destino ha posto fine alla sua vita il 25 Marzo per le conseguenze della terribile malattia che lo aveva attinto. Ci ha narrato di un bravo ragazzo, forte, appassionato di calcio sin dalla tenera età che lo ha portato a percorrere il tentavio di scalato all’olimpo dei professionisti sin da “pulcino”, come si definiscono i calciatori in erba, fino al punto di arrivare al livello semiprofessionistico nel campionato d’ eccellenza, che lo ha visto calcare i campi di diverse squadre del nord Italia (Sestrese, Peglienze, Pontedecimo. Un indicente di gioco quando era in procinto di “spiccare il volo” ha interrotto anzitempo la sua carriera calcistica. “Alberto era un mancino puro- ricorda il sig. Carlo – il destro gli serviva solo per camminare, ed era un attaccante”.
Così Alberto ha dovuto appendere le scarpe al chiodo trovando un’altra occupazione creando una famiglia, arrichendola dalla benedizione dei figli.
Parole che rievocano tutto il bello che quella storia di calcio può suscitare, al pari dello strazio raccolto dalle parole di Papà Carlo.
Un ragazzo che a soli 41 anni dopo una lunga serie di sofferenze lascia la vita per una malattia impietosa, ci lascia sgomenti, addolorati anche al pensiero che i suoi quattro, figli Lorenzo, Margherita, Sophia, Giulia, restano privi del perno principale delle loro esistenze.
Ciao Alberto! Questa breve dedica è solo quello che possiamo, lasci un grande vuoto. Ritorna ad allenarti a correre e far gol, qui noi, stanne certo, non ti dimenticheremo, e siamo altrettanto certi anche tu.
© Copyright Giornale Armonia Registrato al Tribunale di Taranto n.638 del 23/11/2004
_____________________________________________________________________________________