Di Vittorio Ricapito
Nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio 2020, un improvviso malore ha strappato alla vita a soli 59 anni Emanuele Simeone, titolare di un’agenzia di pratiche auto, molto conosciuto nel Tarantino. La notizia si è subito sparsa in paese e sui social. Sono stati tantissimi gli amici e i conoscenti che si sono recati alla casa funeraria per un saluto e per abbracciare la moglie Anna, i figli, i fratelli e la sorella di Emanuele.
Un gentiluomo d’altri tempi, umile e distinto, sempre sorridente e disponibile che credeva nei valori della famiglia. Lo ricordano così i compaesani. «Un collega corretto e generoso, disponibile verso gli altri», il ricordo in lacrime della titolare di un’agenzia di pratiche. Non si fermava mai, era sempre in giro, «un grande lavoratore», che metteva sempre umanità nelle sue cose. Nel portabagagli dell’auto portava sempre piccoli doni, pensieri quotidiani per gli amici: un sacchetto di mele, delle uova, un po’ di vino. La «crianza» la chiamava lui, un piccolo gesto di eleganza e affetto. Te lo consegnava e si congedava salutando tutti con un «ciao giovane».
Le auto d’epoca erano la sua grande passione. Le cercava, le comprava in pessime condizioni e si divertiva a cercare i pezzi di ricambio e poi restaurarle. Da ragazzo aveva corso in pista sui kart e da qualche anno si dedicava alle gare di regolarità per auto storiche, dove con la sua piccola Topolino A del 1939 e la sua Lancia Appia si era fatto conoscere e apprezzare da tutti condividendo l’abitacolo con la amata Anna, che non gli ha fatto mai mancare il suo supporto.
Tra i primi ad arrivare alla casa funeraria l’ex direttore sportivo di Lancia e Ferrari, diciotto volte campione del mondo, Cesare Fiorio, grande amico di Emanuele. Era stato proprio Emanuele a portare Fiorio nel mondo delle gare storiche. Alla Targa di Capitanata lo aveva affiancato al campione italiano della specialità Mario Passanante cedendo loro la sua Appia e subito era giunta la vittoria. Lui si era accontentato del nono posto, un miracolo sulla piccola Topolino. Emanuele era così, generoso e altruista. «Mi mancherà tanto, era un amico vero», ha detto Fiorio. Solo due settiamne prima erano stati insieme a Torino a una fiera dedicata alle auto d’epoca.
«Emanuele era l’uomo che dal proprio cuor l’altrui misura. Un buono, un puro, che non si aspettava mai bassezze o scorrettezze», racconta Ciro, amico fin dall’infanzia. «Un magnete, capace di far appassionare e coinvolgere tutti col suo entusiasmo e di far incontrare persone lontane e diverse». Con Ciro, Emanuele aveva deciso di aprire il mondo delle gare di regolarità per auto storiche ai diversamente abili. Alla Targa del Matese, avevano fatto debuttare due giovani navigatori disabili, Ettore e Vito, facendoli subito appassionare. Con loro e con tanti altri amici aveva anche fondato un club, la scuderia messapica.
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