Di Davide Ndoj
Questa sera insieme a mia moglie ho fatto un giro all’ipermercato e poi, come mi capita spesso, sono passato in uno dei megastore su via per San Giorgio Ionico (Ta) gestito da imprenditori cinesi ed ho visto con amara meraviglia la scarsità di persone presenti, e questo mi ha fatto riflettere come il nostro vivere sia pesantemen condizionato da eventi che capitano a decine di migliaia di chilometri da noi. Sto pensando al nuovo corona virus che per le vicende a tutti note, sta facendo preoccupare tutto il mondo.
Il deserto di stasera nel negozio cinese è legato a quella infezione che ha contagiato migliaia di cittadini cinesi, e qualcuno che è ritornato in Italia, come anche nostri connazionali che sono stati prontamente presi in carico dalle autorità sanitarie del Paese. Il nostro servizio sanitario sta svolgendo un grandissimo lavoro per il contenimento e contro la diffusione del virus. Che dire? Io ho acquistato regolarmente quello che mi serviva ho parlato con il titolare il quale mi ha confermato la difficoltà che stanno attraversando, sono convinto che questa minaccia passerà. Abbiamo passato momenti tristi nel 1973 con il colera nel sud Italia, (i settentrionali all’epoca ci definirono colera), ma ne siamo usciti.
E oggi chi pensa più all’aviaria? Alla mucca pazza? Alla sars? Alla lingua blu? Dobbiamo solo farci capaci che in madre natura esistono anche i virus, e il fatto di avere contatto con le altre forme animali o vegetali (di cui ci cibiamo) comporta anche l’assunzione di piccole particelle vitali che dormono in quelle materie viventi e che si scatenano contro l’uomo, e questo capita anche a causa dell’avidità umana (pensando che allevatori cibavano bovini con mangimi ottenuti da residui di lavorazione di macelleria che diede vita al patologia definita mucca pazza).
Questo per dire che un virus non è legato all’ etnia umana, ma si può assumere con gli alimenti o esserne portatori sani. La morale che desidero trarre è quella che noi non abbiamo nulla da guadagnare se l’economia cinese si fermasse, la fabbrica del mondo è talmente legata alle nostre economie, compriamo e vendiamo, pertanto è necessario che questa attività prosegua, anche perché non abbiamo alle viste la velocità e neanche la utilità economica per impiantare delle fabbriche per la Produzione di beni di cui necessitiamo, e poi c’è una questione umana, ognuno di noi può essere portatore sano di una malattia contagiosa, pensiamoci e continuiamo a comprare da tutti gli amici commercianti, anche quelli cinesi….
© Copyright Giornale Armonia Registrato al Tribunale di Taranto n.638 del 23/11/2004
_____________________________________________________________________________________