L’amico Carmelo Colelli in occasione della giornata dedicata all’amore ci dona una storia bellissima che, forse oggi, potrebbe non essere più di moda, considerato la situazione che vive la società odierna. Una favola? Può essere, ma non possiamo fare a meno di pensare al fatto che la storia degli esseri umani, sebbene sconquassata da ogni sorta di nefandezze che essi stessi riescano a porre in atto, si fondi sul mistero chimico ed emozionale cui abbiamo dato il nome amore.E allora celebriamola questa giornata, con le frasi ricorrenti, con la solita melassa commerciale che impazza, ognuno come e quanto può, con la consapevolezza che non deve bastare soltanto un giorno dedicato all’amore, come ci insegnano antichi poeti greci passando da padre Dante ad Eduardo,forse è solo quel sentimento o la speranza di viverlo che rende un essere umano ricco, quanto è più di una valore tangibile. (RED)
Il Contadino e DolceMiele
Il contadino era nel suo campo a curare le sue piante e i suoi fiori, spaziava con il suo sguardo verso il cielo azzurro, pieno di luce, guardava all’orizzonte meravigliandosi dei mille colori, che la natura gli mostrava, sempre più belli.
Un giorno, forse per il caldo o per la stanchezza si addormentò sotto l’albero più grande e frondoso, sopra di lui svolazzavano gli uccelli e cantavano le cicale.
Sognò di trovarsi nella sua terra, di guardare l’infinito e vide venirgli incontro una donna dai capelli biondi, bella, elegante, luminosa, ella avanzava piano e silenziosa.
Furono di fronte, si guardarono, la donna non parlava molto, il contadino, invece, chiacchierone, raccontava, immaginava.
Fissò i suoi bellissimi occhi azzurri e sentì che quella donna, come tutte le donne, voleva essere amata.
Non conosceva il suo nome, la chiamò DolceMiele.
Si avvicinò, le prese la mano e camminarono sotto il sole, attorno a loro farfalle bianche che svolazzavano festanti.
Arrivarono oltre la collina, al mare, si meravigliarono della bellezza e della dolcezza della riva nell’accogliere l’onda, un gioco infinito di prendersi e lasciarsi, un toccarsi ed accarezzarsi, una evidente esplosione della bellezza della natura.
DolceMiele, spiegò al suo contadino che ogni donna cammina, va avanti, urta, cade, si rialza e cammina ancora, ogni donna ama la vita in tutte le maniere.
Il contadino era meravigliato da tanta bellezza d’animo.
DolceMiele, il suo amore e il suo desiderio di essere amata lo faceva sentire come una canzone leggera-leggera, come un alito di vento, che ti tocca e ti avvolge, come un profumo che si sparge per l’aria.
Gli occhi, in pochi istanti, si comunicarono infiniti discorsi, le mani cercarono i corpi, le bocche furono vicine, vicinissime, unite e fu un attimo …
Si ritrovarono fuori dal tempo, in un mondo magico e meraviglioso, i loro cuori palpitavano all’unisono, nell’aria una dolce musica, erano nel mondo dell’Amore.
I due corpi erano tutt’uno, l’acqua li lambiva e li accarezzava, come a cullare il loro sogno ed il loro amore.
All’orizzonte, il sole, rosso, piano-piano calava sempre più giù nell’acqua.
Il giorno stava finendo e salutava con il rosso della passione gli uomini che lo avevano arricchito con le loro storie ed i loro amori, quella sera, quel giorno e quel sole, vollero salutare con un cielo più rosso e più bello, il contadino e la sua DolceMiele.
Il contadino, svegliato, dal vento fresco della sera, si guardò intorno e poco distante vide una donna, dai capelli bianchi, ancora, bella, elegante, luminosa, avanzava piano e silenziosa verso di lui, si avvicinò, lo guardò, nei suoi occhi scuri e profondi ed egli riscoprì ancora quanto l’amava.
DolceMiele lo prese per mano e tornarono verso casa, lungo il cammino si raccontarono la bellezza di aver vissuto ancora un altro giorno d’amore.
Da quel lontano primo giorno ne erano passati veramente tanti.
I giorni passano, non muoiono, vivono per sempre e conservano gelosamente ciò che hanno visto e vissuto: l’Amore.
Carmelo Colelli