Rido, Rido di tutto Rido
non faccio apposta Rido
questo è il mio mestiere
…
Rido, quando mi pare Rido
c’ho neanche voglia e Rido
e poi non rido più
(Enzo Jannacci)
Quando ci siamo imbattuti in questa immagine ci è venuto alla mente “Rido”, il brano del grandissimo, irriverente, ironico, surreale artista che risponde al nome di Enzo Jannacci. L’immagine di due operatori dell’informazione ritratti con i “ferri” del mestiere in mano in un momento del loro lavoro, entrambi sorridenti, che da diffusori di notizie ne diventano a loro volta testimoni e protagonisti. Un immagine che riporta la bellezza di questo mestiere, tante volte bistrattato, sottovalutato, spesso malamente ricompensato. Un immagine che esprime la passione che muove gli operatori e dona la forza di proseguire anche quando la scarsità di mezzi ti imporrebbe di riporre i ferri di cui sopra, quando il pessimismo ti spinge a pensare :”che tanto non serve a niente”, quando ti confronti con le difficoltà della vita personale da affrontare con scarsissimi o inesistenti supporti economici, una storia comune di questa testata come tante altre benemerite realtà del nostro territorio. Capillari linfatici dell’informazione necessari e insostituibili, spinti ormai spesso dal motore della passione e non altro. E la passione continua a resistere e ci fa andare avanti, non si sa fino a quando, ma quella si sa, è l’ultima a cedere , passione come “spes”, ultima dea, celebrata dal grande poeta Ugo Foscolo. Grazie ragazzi per questa testimonianza, grazie davvero!