(elaborazione grafica Carmelo Colelli)
di Enzo Carrozzini
A volte ci si domanda se le giornate internazionali indette dalle Organizzazioni sovranazionali come l’Onu per sensibilizzare su temi di importanza mondiale che investono tutti i cittadini, debbano interessare un opinione pubblica sempre più angustiata dai problemi personali di lavoro, miseria e sopravvivenza. La risposta è si, è necessaria. La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è un alto faro necessario acceso sulle nefandezze che l’essere umano è in grado di mettere in atto sul proprio simile di genere femminile.
La violenza attiene prevalentemente i rapporti personali tra uomo e donna, legati da un rapporto affettivo, ma anche da uomini (perché nella classifica speciale della violenza il genere maschile è preponderante) che abbiano problematiche psicologiche e relazionali. La giornata mondiale denuncia la violenza sulle donne laddove, purtroppo, può essere percepita, sicuramente nel mondo cosiddetto occidentale ricco, poiché in tante altre parti del globo, le donne non hanno nemmeno la dignità di una giornata dedicata alle sofferenze legate al loro essere. Da questa parte del mondo civile dove, almeno sulla carta, la parità dei diritti di genere sembra realizzata, purtroppo, resistono ancora forti incrostazioni di società maschilista dettate da secoli di consuetudini e legislazioni fondate sulla prevalenza del maschio, non si comprenderebbe altrimenti l’indizione di una giornata mondiale contro la violenza quale quella che celebriamo oggi. E allora ben vengano queste giornate, manifestazioni pubbliche, programmi televisivi, iniziative culturali, che investano anche l’educazione fin dalle scuole primarie, in cui si devono formare cittadini consapevoli del grande valore che una donna rappresenta nella società. Continua ad essere l’unica speranza di combattere la mattanza che, solo nel nostro paese, uccide una donna ogni tre giorni per mano di un ex amore o un molestatore. Ogni donna è patrimonio dell’umanità più del suo simile di genere maschile, per questi motivi ci sentiamo di condividere il pensiero di Franco Gabrielli, capo della Pubblica Sicurezza del nostro Paese, secondo cui la violenza su una donna : “è un crimine contro l’umanità”.