Dopo tre giorni intensi di incontri e di eventi si è conclusa la 1a edizione del Festival della cooperazione internazionale, tenuto ad Ostuni (BR) dal 13 al 15 ottobre 2017, preceduto dall’inaugurazione di alcune mostre nelle scuole cittadine.
Il Festival, fortemente voluto da Franco Colizzi, coordinatore regionale di AIFO, e organizzato dalla Rete Italiana Disabilità e Sviluppo (RIDS), cui aderiscono DPI Italia, EducAid, FISH e AIFO, con il contributo del Comune di Ostuni e della Regione Puglia, ha riunito esperti di alto profilo e protagonisti delle istituzioni, in primo luogo l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), della società civile organizzata, Ong e movimento cooperativo, delle imprese e della cultura. La localizzazione delle numerose sessioni in luoghi e contesti assai diversi tra loro ha restituito in forma originale la ricchezza di Ostuni e del territorio pugliese.
Un programma molto ricco e denso ha permesso di affrontare i principali aspetti della cooperazione internazionale, nei suoi risvolti teorici e pratici, e di avere una panoramica significativa delle realtà territoriale coinvolte nella solidarietà internazionale.
La cooperazione internazionale si presenta oggi nel nuovo contesto nazionale rappresentato dalla rinnovata disciplina sulla cooperazione allo sviluppo (Legge n. 125/2014), con l’istituzione dell’AICS e la compartecipazione del settore pubblico e del privato, profit e no profit. Siamo di fronte ad una nuova sfida poiché, come ha sottolineato Antonio Lissoni, presidente di AIFO, in Italia siamo ancora agli inizi della responsabilità sociale dell’impresa, di cui il Festival ha permesso di presentare alcuni esempi concreti.
La cooperazione si colloca in uno scenario internazionale complesso, dove le divisioni non passano più tra Nord e Sud del mondo, ma tra i Nord e i Sud diffusi in tutti i territori. Ciò richiede un nuovo approccio, quello uno sviluppo inclusivo che superi le disuguaglianze, poiché dai diversi contributi è emerso un dato costante: meno disuguaglianza significano maggior benessere.
Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che tutti i paesi delle Nazioni Unite si sono dati all’orizzonte 2030, la cosiddetta Agenda 2030, costituiscono un punto di riferimento ormai imprescindibile per valutare le carenze e i percorsi ancora da compiere per garantire benessere, pari opportunità e diritti diffusi.
Le persone con disabilità sono state al centro della presenza e dei lavori del Festival. Tutti gli interventi hanno evidenziato l’urgenza di superare vecchi e nuovi pregiudizi. La disabilità deve essere considerata come parte della diversità umana. È necessario un nuovo paradigma, da un approccio esclusivamente medico, si è passati a quello sociale; è tempo di un approccio basato sui diritti umani e sul protagonismo delle persone con disabilità. Niente su di noi, senza di noi, è lo slogan, che è soprattutto un metodo, che Giampiero Griffo, presidente della RIDS, ha più volte richiamato nel corso dei lavori.
Nella cooperazione internazionale il concetto di donatori e beneficiari deve essere superato, a cominciare dalla realizzazione di analisi partecipative dei bisogni e dalla condivisione delle strategie d’azione e della loro realizzazione, con un’attenzione particolare alle questioni di genere.
Il tema della disabilità ha attraversato tutti i diversi momenti dei lavori del Festival e ha consentito di presentare numerosi programmi di cooperazione internazionale, compresi quelli che affrontano le situazioni di rischio e di emergenza, cui è stato dedicata una sezione di alto profilo.
All’infanzia e ai giovani si è data una particolare attenzione. È necessario uscire da una certa retorica. Dobbiamo parlare dei giovani e ai giovani così come sono, poiché oggi sono esclusi non solo le persone con disabilità ma anche i giovani, ha sottolineato Antonio Lissoni: “la cooperazione internazionale – ha aggiunto – è una goccia di speranza ma dobbiamo farla comprendere ai giovani”.
A conclusione del Festival, a proposito delle idee e dei valori emersi nelle giornate, Franco Colizzi si è detto consapevole che “stiamo andando controcorrente”, ma questo costituisce uno stimolo per continuare, quella appena conclusa vuole essere solo la prima di una lunga serie di edizioni del Festival.
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