Di Enzo Carrozzini © Giornale Armonia
Fortunati gli adolescenti della prima metà degli anni 70, testimoni di un periodo musicale tra i più fertili del secolo XX, quelli che incominciarono ad ascoltare, ma soprattutto ad emulare una “musica nuova”, appassionante e tanto strana, al pari dei nomi di battesimo degli esecutori: Emerson Lake & Palmer, Yes, Jethro Tull, Deep Purple, Led Zeppelin, Who, King Crimson, Genesis. Cui seguì la pattuglia italiana costituita da Banco del Mutuo Soccorso, Osanna, Premiata Forneria Marconi, Orme. Rivisitazioni rock di musica classica per pianoforte di Modest Petrovi? Musorgskij che fanno creare agli EL&P l’album Picture at an Enexibition, come la Bourée degli Jethro Tull ispirata da una suite per liuto di Johan Sebastian Bach, e le rivisitazioni classiche della stessa Premiata Forneria Marconi che portarono il gruppo a riscuotere oltre 20 minuti di applausi in occasione di un concerto nella londinese Roayl Albert Hall. Anni in cui la preparazione accademica di grandi musicisti spinge alla geniale contaminazione del rock con la musica classica, per dar vita al genere che negli anni sarà conosciuto come Progressive Rock.
Anni in cui si assiste, di pari passo, alla presa di coscienza di una generazione svezzata a suon di Festival di Sanremo, Cantagiri, Dischi per l’Estate, complici i primi programmi radiofonici, come per Voi Giovani, Bandiera Gialla, che iniziarono a “mandare” nell’etere melodie innovative, difficili da canticchiare, ma rappresentanti in toto il desiderio di modernità ed emancipazione. Anni in cui il secondo canale Radio Rai, dalle 21,30, (dopo Supersonic con il suo carico di musica internazionale più commerciale), mandava in onda “Pop Off – il Rock del Mediterraneo” , così come l’avevano coniato i loro conduttori di punta, Carlo Massarini e Raffale Cascone, seguiti da un altra nidiata di conduttori divenuti mitici Fiorella Gentile, Massimo Villa, Maria Laura Giulietti, Dario Salvatori, Michelangelo Romano, che con l’abbrivio della trascinante sigla di apertura degli Aphrodite’s Child, “irradiavano” novità stupende (che molti avevano difficoltà a procurarsi materialmente per le scarse disponibilità economiche) e che, ancora oggi, non hanno perso forza espressiva.
Emozioni che il tempo sopisce, ma che riprendono forza e vigore all’ascolto del nuovo album dei Plurima Mundi, gruppo tarantino, il cui secondo lavoro, “Percorsi”, corrobora e rinforza tutte le aspettative suscitate nei cultori del genere con Atto I, album d’esordio pubblicato 8 anni orsono.
Il gruppo capitanato da Massimiliano Monopoli, compositore dei brani, musicista di estrazione classica, docente di violino al Conservatorio di Taranto, che insieme a Massimo Bozza al Basso, e Grazia Maremonti voce sublime, costituiscono il nucleo storico della band, a cui si sono aggregati Silvio Silvestre Chitarra, Lorenzo Semeraro Pianoforte, Gianmarco Franchini Batteria.
Percorsi , “è un lavoro molto personale”, per dirla con le parole di Monopoli, e , concordiamo con lui, ma sarebbe riduttivo trovare delle ascendenze musicali (Yes e Deep Purple) cui comunque il compositore ha sempre dichiarato di ispirarsi,perché la peculiarità di un progetto musicale risiede nelle “recondite armonie” delle composizioni e nella magica alchimia di generi che solo la profonda sensibilità personale di Massimiliano Monopoli riesce a creare. E’ così che la band dà vita ad una musica in cui elementi classici, suoni rock, effluvi mediterranei, permettono ai virtuosi musicisti di reagire come una vera e propria orchestra, donando corpo e anima alla voce umana e a quella strumentale del violino. Lo si sente nella prima traccia, il brano strumentale, Eurasia, laddove è facile ritrovarsi nel mentre di un volo osservando la natura sottostante del continente antico, culla culturale dell’umanità, e anche nei tre brani successivi,(E mi vedrai, Tu per sempre, Male Interiore), in cui i testi di Maria Giuseppina Pagnotta vibrano insieme alla musica, con riflessioni che partendo da esperienze personali, inevitabilmente, approdano ad un osservazione più ampia sul reale significato della vita. Percorsi è un bell’album, lunga vita ai Plurima Mundi.
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