Di Enzo Carrozzini
15 Agosto, la liturgia cattolica celebra degnamente questo giorno che nel mistero della Fede, rievoca l’assunzione al cielo con anima e corpo di Maria, la Madre di Gesù. Un giorno che rinforza la vittoria della vita sulla morte, per i cristiani , un passaggio, il significato vero del nostro vivere in questo mondo. Anche oggi siamo invasi dai reportage dei media sulle località turistiche, “Puglia seconda Regione d’Italia”come meta preferita, grafici in aumento, mare, spiagge, gastronomia, divertimenti. Pausa. Da qualche giorno le immagini dei salvataggi in mare dei migranti si sono diradate. Le nuove direttive del Ministro dell’Interno, Marco Minniti, hanno avuto il risultato di indurre le navi delle Ongper motivi di sicurezza, a sospendere le attività per il salvataggio di migranti nel mare “mostrum” Mediterraneo, sarcofago liquido di disperati senza nome e senza volto. (“Sfigati” li ha definiti un’autorevole direttore di giornale, con la pregevole aggiunta “che il nostro Paese non può diventare una discarica africana”). Quale impeto muova una persona, perché di persone stiamo trattando, ad assimilare l’essere umano che fugga da carestia, miseria e guerra, a un ammasso maleodorante di rifiuti? Potrebbe essere oggetto di seria osservazione per un trattato di psicologia più che di sociologia. Ma tale risultato, da molti salutato come un successo, una vittoria di Pirro diciamo noi, reca solo lo scopo di tranquillizzare l’opinione pubblica nostrana sui pericoli di presunta e mai reale invasione da parte di un’umanità indifesa, disperata, offesa, e segna l’inizio della politica dell’”aiutarli a casa loro”, che oggi investe tutti i partiti e movimenti del Bel Paese, e pone una corposa coltre sulle reali condizioni di coloro che restano in qualche fatiscente gulag libico, quando non siano vittime di vessazioni e violenze inenarrabili da parte di trafficanti di carne umana nel tragitto corrente dai Paesi sub sahariani al Mar Mediterraneo. Occhio non vede cuore non duole narra un antico detto nostrano. Ma non ce la caveremo troppo a buon mercato da questa tragedia epocale, i flussi migratori continueranno per tanto tempo ancora, e il continente Europeo dovrà farsi carico dei figli di quelle terre che nel corso dei secoli ha sfruttato, sottomesso e vilipeso, facendo prevalere la legge dell’economia all’umanità. Sarebbe opportuna una epocale inversione di tendenza da tramutare la pletora di politici europei in statisti, a cominciare dalla realizzazione fattuale della “dichiarazione dei diritti dell’uomo”, impresa da titani, atteso che la classe politica continentale è impegnata a quadrare le beghe interne di potere con l’ineluttabile esigenza di strizzare l’occhio al proprio elettorato. Oggi l’unica figura nel panorama mondiale a lottare per una politica “um,anitaria”, è proprio Papa Francesco, il papa venuto dall’altra parte del mondo,che leva forte la sua voce a favore dei migranti, per il quale ” proteggere questi fratelli e sorelle è un imperativo morale”, e si batte contro la globalizzazione dell’indifferenza. Quanta assonanza con il messaggio proferito da Don Tonino Bello, al pari di quello di Don Andrea Gallo, prete comunista e rigoroso osservante della gerarchia cattolica, “Chi riconosce l’appartenenza alla famiglia umana, come fa a non aprire le porte? Poi io, come cristiano, come faccio a non essere accogliente? E io ti accolgo come sei, come persona, perché ancora prima di essere maschio, femmina, omosessuale o straniero, uno è persona, cioè un soggetto di autonomia”.
Misericordia e amore per gli ultimi della terra. Quanta dissonanza invece in quelle frasi proferite recentemente da Don Giuseppe Larizza, detto Gigi, presbitero del Sacro Cuore di Taranto, che qualche giorno fa è arrivato al punto di invocare l’uso delle armi :“per legittima difesa della nazione, autorizzerei i militari a sparare”, ha sostenuto, al fine di sedare una questione di ordine pubblico tra migranti e militari impegnati in un controllo, e, fortunatamente, la cosa è stata risolta dai militari con professionalità. Segnale di convivenza anche difficile, è vero, perché le persone non sono tutte uguali, ma è anche vero che dovrebbe essere il compito di “uomini di buona volontà” non soffiare sul fuoco della xenofobia, dell’intolleranza e odio razziale, in palese contraddizione col magistero che si vuole professare. Quanto poi alle questioni di razza, e bene ricordare a Don Gigi, che la nostra civiltà nasce dall’immigrato Enea, e che, soprattutto noi del Sud, siamo anche tutti figli di Annibale. Restare umani ci salverà, con buona pace di Don Gigi.
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